~Diario di Corte ~ Il Regno di Alexandra Borgia

Aperitivo con... ciliegina!

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Katy71
TOPIC_ICON4  CAT_IMG Posted on 4/5/2013, 13:40




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Ciao a tutte! Questa è la storia con cui ho partecipato ad un contest particolare, "Vinci un libro di Lo". Sono arrivata terza e volevo condividerla con chiunque abbia la voglia di arrivare fino in fondo. E' un racconto leggero e frizzante, come un aperitivo appunto. Vorrei usare questa one shot come prompt per una nuova storia che ho in mente. Una storia in cui i personaggi di Will e Linda sono più complessi, tormentati, con un passato a volte scomodo che si riflette non sempre positivamente sul loro rapporto. Spero di aver stimolato la vostra curiosità. Intanto, godetevi questo aperitivo e buona lettura!

Rating: Verde

Grafica: Lady Alexandra Borgia

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Edited by Lady Alexandra Borgia - 5/5/2013, 16:36
 
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Katy71
CAT_IMG Posted on 4/5/2013, 14:22




Aperitivo con Ciliegina

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Osservai ancora una volta la mia immagine riflessa nello specchio.
Una figura slanciata fasciata in un impeccabile abito scuro mi fissava poco convinta. La scollatura ampia dalla linea volutamente irriverente rendeva intrigante il risultato finale. Tuttavia, mi ritrovai a sospirare con vigore scuotendo la testa.
Non avrei dovuto lasciarmi convincere da Jennifer ad andare a questo ritrovo di ex compagni di corso. Pensavo che questi eventi fossero davvero tristi. Una variegata miscela di amarezza per una gioventù che se n’era andata, con una spruzzata qua e là di spaccati del successo attuale di ognuno.
D’altra parte, le mie serate non offrivano nulla di particolarmente interessante da qualche tempo. Così avevo ceduto all’idea di quest’uscita all’insegna dell’amarcord e del pettegolezzo.
Infilai un paio di scarpe con un tacco importante e mi concessi il lusso di darmi luce e tono con un paio di orecchini di brillanti a fare da pendant alla sfera lucente che mi cadeva tra i seni, giusto qualche istante prima dell’arrivo del nostro taxi.

« Non fare quella faccia, Linda! Sarà una rimpatriata divertente!»
« Non sono molto sicura di voler rivedere qualcuno.»
Il mio pensiero andò immediatamente a qualche sciacquetta dai seni enormi e a lui, William George Tugg, il mio incubo peggiore ai tempi dell’esordio al college. Vestiva sempre di scuro e portava un folto ciuffo di capelli sugli occhi, convinto che questa cosa lo facesse sembrare tenebroso ed irresistibile. Forse lo era per le svampite che gli cadevano ai piedi, non certo per me. Eppure avevo continuamente il suo sguardo addosso.
« Non starai ancora pensando a Will, vero?»
« Cercherò di non farlo, anche perché solo a nominarlo mi vengono i brividi.»
« Non ti sembra di esagerare? Sono passati cinque anni!»
Strizzai gli occhi e ripensai all’umiliazione subita allora, alle occhiate prima furtive poi esplicitamente perforanti di tutti, dopo che Will aveva raccontato in giro di aver colto la mia “ciliegina”. Come se davvero l’avessi conservata apposta per uno come lui. In realtà, avevamo solo passato qualche ora chiusi nella dispensa della mensa per uno stupido gioco sfuggito di mano ad entrambi, ma la storia era stata troppo pruriginosa e condita di particolari completamente inventati perché non venisse presa per veritiera.
« Certe cose non si dimenticano!»
« Suvvia Linda! Se ne è parlato per un po’, ma poi altre storie hanno conquistato l’onore del pettegolezzo e a William hai continuato a pensare solo tu!»
« Non è vero! Ho tentato di rimuoverlo dai ricordi! Potessi sradicarlo l’avrei già fatto, ma quegli sguardi, quei sorrisi, quelle allusioni mi hanno lasciato addosso una certa insicurezza. Maturando ho tentato di gestirla.»
« Ci sei riuscita benissimo!»
« Certo! Lontano da qui e da Tugg!»
« Forse allora è giunto il momento di affrontare le tue paure e di metterti tutto alle spalle.»
« Non riesco a vederne il lato positivo. Avrei preferito evitarlo e basta.»
« Con un po’ di fortuna potrebbe non presentarsi, no?»
« Lo spero.»

La tensione che mi scivolò fredda lungo la schiena, tuttavia, non mi fece presagire nulla di buono. Non volevo psicanalizzare il mio atteggiamento e la mia riluttanza verso William. Volevo semplicemente non averlo davanti e non doverci spartire nulla.
Una volta arrivati mi sembrò di essere veramente tornata indietro negli anni. Il locale era ampio e costruito attorno ad una grande pista da ballo, rivestita di lunghe assi di legno, ambrato e profumato. I tavoli erano ricoperti di tovaglie bianche decorate con grandi fiocchi rossi e il blu. Fiori e candele disseminate ad arte rendevano ai miei occhi il tutto un po’crepuscolare. Jennifer, invece, apprezzò moltissimo l’ambientazione ed iniziò a battere le mani e a saltellare come una perfetta cheerleader.
Iniziai a guardarmi intorno, sorridendo a vecchie conoscenze, scambiando convenevoli e imbastendo dialoghi scontatissimi, date le circostanze. Ogni tanto Jennifer sfiorava le mie spalle per appollaiarsi come un gufo a riportare notizie colte al volo.
« Lo sai che Phoebe Ring ha appena siglato il suo quarto divorzio?»
« Beh, farà media con quelle come me che manco un fidanzamento serio hanno avuto.»
« Non fare così.»
« Così come…»
« Sei una disfattista. Devi esaltare ogni tua cosa come fanno gli altri.»
« Non ho nulla di esaltante io, solo tanta ordinarietà.»
« Pensi che tutti gli altri non abbiano conosciuto che successi? Ma in queste occasioni si ricordano solo di quelli o rivestono d’oro anche i traguardi più comuni. Fai altrettanto! E’ solo una serata e le probabilità di verifica di ogni particolare arricchito è scarsa.»
Se ne andò leggera con un sorriso rapace puntando Kelly Preston, una che nel tempo aveva conservato capelli biondo platino e seni enormi, lasciandomi in balia di quel formicaio in abito da sera. Rimasi basita per qualche secondo e poi alzai leggermente le spalle. Non avevo nulla da perdere!
Decisi di non volare troppo in alto, di non spararle così grosse come intuivo stesse già facendo qualche mio interlocutore. Dovevo tenere un tono basso, facendo rientrare ogni affermazione nell’ambito della possibilità. Ogni successo doveva apparire plausibile, non sconsideratamente esagerato. Fu un esercizio di graduale autostima. Dopo i primi timidi approcci, il gioco mi prese così la mano che, da semplice segretaria di uno studio legale mi trasformai in un elemento di vitale importanza dello studio associativo. Una donna destinata ad un grande futuro nell’ambito forense, sicura ma disponibile, dura ma accondiscendente, determinata ma sensibile, brillantemente padrona della propria vita.
Fu nel culmine della mia interpretazione che una figura, che mai avrei voluto definire familiare, s’inserì nel mio personale cono di luce su quel palcoscenico di ironica farsa.

William Tugg.
Mentre qualcuna delle persone vicine stava ancora cercando nel cassetto dei ricordi il suo nome, il mio istinto di sopravvivenza mi aveva già allertato. Tutta la mia ostentata sicurezza iniziò a vacillare, mentre le gambe sembravano farsi molli. Cercai un appiglio, una via di fuga, qualcuno da salutare in modo assolutamente prioritario prima che Will mi mettesse a fuoco e mi associasse alla filiforme ragazza dai capelli scialbi e dallo sguardo spento che era rimasta chiusa con lui nella dispensa.
Il mio sorriso di cortesia era così finto che le guance iniziarono a dolermi, come l’imbocco dello stomaco. Il vino bianco che avevo così allegramente bevuto iniziò a fermentare e ad inebriarmi coi suoi vapori. Inquadrai la luce fioca dell’ingresso come fosse un’ancora di salvezza verso la quale protesi tutto il mio corpo.
« Linda, quanto tempo! Ti trovo in gran forma!»
Troppo tardi! Mi girai cercando di non soffermarmi sui particolari mentre lo guardavo. Mi sforzai di non trovarlo affascinante come lo era allora. Mi ripetei mentalmente che quelle spalle larghe, massicce, quei fianchi stretti e asciutti non avrebbero potuto farmi alcun effetto. Nemmeno i capelli così neri da rispecchiare la luce dei grandi lampadari e gli occhi color zucchero caramellato mi avrebbero potuto colpire. Niente di tutto ciò.
« Will, per te gli anni son passati, invece, e hanno lasciato il segno. »
Alzai con noncuranza una mano sfiorandogli la tempia dove qualche filo d’argento s’intravedeva tra la folta chioma scura. Con un gesto repentino Will me l’afferrò e la portò alla bocca, sfiorandone il dorso con le labbra.
« Sempre gentilissima. »
La sicurezza con cui piantò gli occhi nei miei mi disarmò per qualche secondo. Lo stesso tempo che mi ci volle per rendermi conto che stava trattenendo la mia mano più del dovuto. La ritrassi come fossi stata scottata e la fissai quasi potessi vedere qualche segno di ustione.
« Vedo che non sei cambiato per nulla. »
« Nemmeno tu, ma il mio è un complimento.»
La sua apparente affabilità non sortì effetto e la rabbia cominciò a serpeggiarmi sotto pelle, sferzandomi come folate di vento gelido. Mi allontanai d’istinto, blaterando qualche scusa che potesse risultare plausibile. Ogni tanto mi girai, mal celando le mie intenzioni di fuga. Will era lì, sempre all’interno del mio campo visivo e mi seguiva.
Un senso d’angoscia mi montò nello stomaco, mentre cercavo con poca razionalità il guardaroba. Me ne volevo andare, non volevo affrontare né lui né la marea di sensazioni che lo accompagnavano.Non mi interessava essere razionale e nemmeno dare dimostrazione di maturità e successo. Volevo uscire di lì alla svelta. Mi sentivo come il topo in gabbia di qualche esperimento scientifico, alla ricerca disperata di un passaggio verso una libertà comunque effimera. Quando mi resi conto d’aver imboccato finalmente la porta giusta sentii le forze venir meno. Lasciai cadere le braccia lungo i fianchi e tentai di placare il tumulto assordante del mio cuore.
« Ti capita spesso?»
Avvertii il sangue coagularsi e i muscoli pietrificarsi. Non osai voltarmi, ero troppo concentrata a ricordare come si respirava. All'improvviso le orecchie iniziarono a rombare come motori, finché tutto diventò completamente buio.

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______________________________

Dopo un tempo indefinito, alzai le palpebre e tentai di mettere a fuoco ciò che avevo davanti: una fila di cappotti e soprabiti eleganti appesi ad un sostegno di ottone dorato. Ero stesa su della morbida moquette color crema e le mie caviglie mi guardavano dall’alto, sorrette da una sedia. Anche la mia nuca poggiava su qualcosa di un certo spessore, ma quando provai a rimettermi seduta, una mano calda calò sulla mia fronte, riportandomi alla posizione iniziale.
« Stai tranquilla per un po’. Sei svenuta. »
Avrei voluto poter smaterializzarmi e ricompormi altrove, come una novella eroina della Marvel. Invece ero lì a trattenere il respiro e strizzare gli occhi nella vana speranza che si trattasse di un incubo. La realtà, tuttavia, mi incalzò crudele.
«Ti consiglierei di respirare. Non so quanto te la possa cavare in apnea, ma non ti fa bene, almeno non nelle tue condizioni…»
Feci per alzarmi di scatto, ma la sua mano mi bloccò ancora. Nemmeno manifestare il mio sdegno come avrei voluto mi era permesso!
« Puoi insultarmi anche da lì. Mi hai spaventato, non voglio riprenderti al volo tra le braccia. »
« Che cosa vuoi insinuare? Quali condizioni?»
L’impossibilità di poterlo guardare in volto mi fece sentire distaccata, quasi fossi al di là della grata di un confessionale, protetta dal mio prepotente interlocutore.
« Sei impallidita e corsa alla cieca fuori dalla sala, finendo a tentoni qui dentro e accasciandoti su te stessa. Le ipotesi possono essere due: o hai avuto un crollo di nervi oppure sei incinta. »
« Incinta?»
Il tono della mia voce rasentava l’isteria. Me ne rendevo conto, ma la presenza di Will mi faceva perdere lucidità.
« Calma! Ci siamo rivisti dieci minuti fa. Non è colpa mia nel caso…»
« Tugg!!! Smettila di far l’idiota una buona volta!»
« Volevo sdrammatizzare un po’. Sei così tesa, sembri di marmo.»
« Non sono affari tuoi, Tugg!»
« Non ce l’hai un uomo, vero?»
Will la considerava una domanda retorica con una risposta più che scontata e a me cominciò a mancare un appiglio concreto per ostentare una sfrontatezza che non avevo mai avuto. La mia insicurezza, tuttavia, fu sormontata da un’ondata d’ira per la poca considerazione, che ancora una volta Will dimostrava avere di me.
« Quale parte della frase “Non sono affari tuoi” non ti è chiara?»
Lo sentii sbuffare e percepii un certo movimento attraverso le sue cosce possenti. Il silenziò che ne seguì creò un momento di stallo imbarazzante. Avrei potuto alzarmi in qualsiasi momento, ma contro ogni logica, non tentai di farlo, aspettando la sua mossa.
« Ce l’hai ancora con me per l’episodio della dispensa?»
« Non per quello in sé. Ero talmente cretina all’epoca da essere quasi contenta che fosse capitato a me quel contrattempo. Per la versione che ne hai dato una volta usciti. »
La sua mano calda s’infilò sotto la mia nuca con delicatezza, ma anche con determinazione. Mi alzò facendomi ruotare le spalle verso di lui. Non ero pronta ad averlo così vicino. Era appoggiato con la schiena ad un’altra sedia, con le gambe allungate sulla moquette e la testa piegata in atteggiamento genuinamente interrogativo. I suoi occhi scintillavano, come gocce di caramello fuso e la sua bocca era declinata in un’espressione di vero stupore. Al mio sconcerto subentrò un nuovo stadio di tensione. Avrei preferito un comportamento diverso, magari qualcosa di irriverente, in linea con l’idea che avevo sempre avuto di lui, ma Will sembrava invece aspettarsi qualcosa, quasi come non fosse stato un protagonista, ma una semplice comparsa dell’episodio cui aveva appena accennato.
« Non fingere di non aver capito. Te ne sei andato a raccontare a chiunque incontrassi un’altra versione di quello che realmente era successo tra noi là dentro. »
Inspirai profondamente, raccogliendo la forza per non fuggire di nuovo davanti alle mie stupide paure. Will allungò una mano e mi riportò un ciuffo ribelle dietro all’orecchio con una naturalezza che mi spiazzò.
« Volevo premettere che io non ti ho mai vista come una cretina. Hai sempre avuto un’opinione sbagliata di te stessa. Sei sempre stata fin troppo modesta, quando avresti potuto permetterti di sbattere in faccia al mondo la tua bellezza e la tua intelligenza.»
Alzai gli occhi dalle mie mani, torturate dal continuo sfregamento, e li posi nei suoi con una strana speranza nell’animo.
« Siamo rimasti chiusi per uno stupido pegno, ma la scelta non è caduta su di te casualmente, Linda. Nonostante la mia sfrontatezza, ho dovuto architettato un banale trucco per rimanere solo con te. Tu, però, eri così intimidita, a disagio, sembrava non vedessi l’ora di scappare. »
Non cedetti al suo sguardo e rimasi ferma sulle mie posizioni.
« L’istinto mi dice di farlo anche ora. »
« Stavolta la porta è aperta, Linda. Non sei costretta a stare qui. »
Mi alzai lentamente, mentre il suo sguardo continuava ad accarezzarmi. Will mi prese la mano con dolcezza inaspettata.
« Prima però ti devo una spiegazione. Io avrei tanto voluto che tra noi fosse successo qualcosa di cui vantarmi con gli amici e il non aver avuto nulla ha urtato il mio sciocco orgoglio. I ragazzi erano curiosi ed io molto stupido. E’ vero, ho inventato completamente una storia. E’ stato un comportamento immaturo, ma non può essere la causa di tutto quello che è appena successo, o no?»
Abbassai la testa, facendogli intuire la risposta, e continuai la mia arringa d’accusa.
« Non avresti dovuto andare a raccontare d’aver fatto del sesso con me. »
Will strabuzzò gli occhi e mi tirò verso di lui, fino a farmi inginocchiare per evitare di rovinargli addosso. Portò il viso all’altezza del mio perché potessi leggere la verità dai suoi occhi.
« Linda, non ho mai detto di averlo fatto »
« Hai raccontato di aver colto la mia ciliegina »
« Che stronzo! Ho buttato lì una frase che voleva dire tutto e niente, che lasciava agli altri spazio per immaginare quel che avrebbero voluto. A me non interessava. »
« A me sì, molto. Mi son sentita derisa, osservata, chiacchierata. Una vergine al college. »
« Ti chiedo scusa, Linda. Mi dispiace che la mia superficialità ti abbia fatto così male. Anche se, ti assicuro, se ne è parlato solo per qualche giorno. Poi altre storie hanno sopraffatto la nostra per pettegolezzo. »
Perpetrai il mio silenzio.
« Ma davvero, se avessi immaginato che avrebbe pesato così, non l’avrei mai fatto. Tenevo a te.»
Avvertii la tensione crescere e vibrare. Will si alzò e si avvicinò, facendo quasi aderire il suo corpo al mio. Ci dividevano pochi centimetri, mentre la temperatura del guardaroba sembrava salire vertiginosamente.
« Ho bisogno di sentire che mi perdoni, che puoi provare a passare sopra questa cosa. »
Sospirai come se non avessi scelta. Ero pronta allo scontro, a tener testa a un William sarcastico, antipatico e pungente, non certo alla sua dolcezza. Questo suo aspetto così sconosciuto mi intenerì, facendo ammorbidire la mia postura. Abbassai le spalle e con esse le mie difese, con la stessa facilità irrazionale con cui le avevo erette anni prima.
« Linda? »
La sua voce giunse calda come una carezza, lasciandomi una sensazione di languore non facilmente gestibile. Mi alzò il mento con due dita in modo delicato, sfiorandomi, come temesse di potermi rompere o di far scoppiare quell’inattesa bolla di cristallo che ci circondava. Mi sentivo come una statuina di una di quelle sfere di vetro, statica e col fiato sospeso, in attesa che qualcuno mettesse sotto sopra la mia vita e facesse scendere gioiosi fiocchi di neve sulla mia quotidianità. Quel qualcuno era arrivato dal passato a chiudere una sorta di cerchio. Mi lasciai guidare e alzai gli occhi.
« Sì, ci ho messo una pietra sopra. »
Sciolse un sorriso accattivante e mi sorprese ancora una volta.
« Non abbiamo ancora cenato. Gradisci un aperitivo?»
Mi prese entrambe le mani nelle sue, racchiudendole in scrigni caldi e sicuri, e mi guidò verso la sala.
« Grazie. Un Martini con oliva. »
Si fermò all’improvviso sulla soglia come fosse stato folgorato.
« Io preferirei invece una ciliegina. »
Non ebbi il tempo di riflettere sul senso della sua frase. Le sue labbra calarono sulle mie come ali di farfalla, sfiorandomi con dolcezza esaltante. Risposi chiudendo gli occhi sul passato, mentre la tenerezza ci avvolse come un morbido abbraccio. Il bacio perse l’iniziale esitazione e si addentrò in sentieri di crescente passione che ci tolse il respiro e ci fece dimenticare lo spettacolo che potevano dare in quel momento di fronte all’intero salone.
« Dove sei stata per tutto questo tempo?»
« A modo mio, ti stavo aspettando.»
Lo vidi mordersi le labbra, ancora arrossate dall’esigenza che stava infrangendosi su di noi come un’onda sempre più larga e potente. Quel gesto mi colpì al basso ventre.
« Vieni, ho voglia di morderti. »
Così mi lasciai trascinare oltre le mie insicurezze, con un entusiasmo del tutto nuovo, tinto di rosso ciliegia.

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Edited by Lady Alexandra Borgia - 4/5/2013, 18:52
 
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CAT_IMG Posted on 4/5/2013, 17:02

Libraia, Scrittrice e Promoter Culturale

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Questo racconto scivola giù come un succo di vaniglia e ciliegia. È come quel "vorrei qualcosa di buono" che non ha un nome preciso ma lo riconosci tra mille cose gustose, appena lo senti in bocca. Ci si può ritrovare facilmente in Linda, la protagonista, che si osserva allo specchio. Quella Linda che non ama le rimpatriate. Quella Linda che vorrebbe rimanere in un angolo, a farsi la propria vita, seguendo una legge tutta personale, senza che i ricordi del passato ci si tuffino dentro. Quella Linda che ha costruito la sua vita dentro un'armatura e che teme di uscirne per non perdere di nuovo. Il passato chiama e non lo fa tramite un numero di telefono o una cartolina. Il passato di Linda ha un nome, un corpo, delle mani, uno sguardo, un profumo di pelle che riconoscerebbe ad occhi chiusi. Il racconto insegna che, a volte, bisogna dare una calcio alle paure ed affrontarle a viso aperto perché i fantasmi di un tempo non sono sempre così aggressivi e possono aprire, talvolta, inaspettate prospettive.

Edited by Lady Alexandra Borgia - 5/5/2013, 10:08
 
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Liliana Balasso
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 09:14




Stile fresco ed assolutamente dissetante! Mi è piaciuto un sacco! Dopo il caffè da rituale ci voleva un bel racconto da sorseggiare.
Ops, mi è venuta anche la rima! Brava, Katy!
 
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brianne
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 09:33




proprio bello, molto scorrevole e pieno di aspettative.
l'aperitivo è stato gradevole ora aspettiamo il pranzo.
 
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Magica Lilith
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 09:50




Il passato che ritorna e non è il mostro che ricordavi. I personaggi sono ben delineati, anche quelli che fanno da contorno. Bella, Katy! Ti avevo letta su EFP di recente e sono contenta di averti ritrovata qui. Diario è la mia prima Casa. L'indimenticabile.

Edited by Lady Alexandra Borgia - 5/5/2013, 10:50
 
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Katy71
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 09:57




CITAZIONE (Liliana Balasso @ 5/5/2013, 10:14) 
Stile fresco ed assolutamente dissetante! Mi è piaciuto un sacco! Dopo il caffè da rituale ci voleva un bel racconto da sorseggiare.
Ops, mi è venuta anche la rima! Brava, Katy!

Ti ringrazio tantissimo! E' un racconto che scivola in fretta, lasciando un sapore dolce e rinfrescante, proprio come qualche aperitivo golosamente fruttato. Sto raccogliendo le idee per ampliare la storia, dando più spessore ai personaggi e al loro passato. Ciao, a presto spero!
 
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CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 09:59

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Oh, ma bene! Raccogli, raccogli. Il cesto è grosso!
 
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Katy71
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 09:59




CITAZIONE (brianne @ 5/5/2013, 10:33) 
proprio bello, molto scorrevole e pieno di aspettative.
l'aperitivo è stato gradevole ora aspettiamo il pranzo.

Ciao! un pranzo dovrebbe esser composto da diverse e stuzzicanti portate...mmhhh...sto già pensando agli antipasti...dopo l'aperitivo ci stanno e son sempre le parti che preferisco. Diversi, stuzzicanti, nuovi, golosi...spero di servirli in tavola molto presto. Grazie.
 
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Magica Lilith
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 10:00




Mi unisco al coro. Per la cover, è bellissima!
 
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Katy71
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 10:17




CITAZIONE (Magica Lilith @ 5/5/2013, 10:50) 
Il passato che ritorna e non è il mostro che ricordavi. I personaggi sono ben delineati, anche quelli che fanno da contorno. Bella, Katy! Ti avevo letta su EFP di recente e sono contenta di averti ritrovata qui. Diario è la mia prima Casa. L'indimenticabile.

Grazie per la fiducia allora! Io qui sono sempre entrata solo per leggere, è il mio esordio come autrice, sono emozionata! Ciao

CITAZIONE (Lady Alexandra Borgia @ 5/5/2013, 10:59) 
Oh, ma bene! Raccogli, raccogli. Il cesto è grosso!

Oltre ogni mia aspettativa! Grazie!

CITAZIONE (Magica Lilith @ 5/5/2013, 11:00) 
Mi unisco al coro. Per la cover, è bellissima!

Concordo è bellissima e di certo non è un merito mio!

Volevo fare un ringraziamento speciale a chi mi ha voluto qui e a chi partecipa con tanto entusiasmo. Solo un dato...questa storia è stata letta di più qui in poche ore che in quasi 10 giorni su Efp... Grazie!
 
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CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 10:25

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Il ringraziamento lo faccio io. Le belle penne arricchiscono le anime.
 
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lady perla
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 14:11




Anch'io sono piacevolmente colpita. Complimenti!
 
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Katy71
CAT_IMG Posted on 5/5/2013, 14:25




CITAZIONE (lady perla @ 5/5/2013, 15:11) 
Anch'io sono piacevolmente colpita. Complimenti!

Ti ringrazio, davvero gentilissime! A presto. Ciao
 
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*Elizabeth Bathory*
CAT_IMG Posted on 6/5/2013, 18:32




Storia scorrevole, si presta ad un approfondimento anche se resta bella anche in questa versione. Che volete farci? Infondo....molto in fondo...resto un'inguaribile romantica!
 
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17 replies since 4/5/2013, 13:40   528 views
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