~Diario di Corte ~ Il Regno di Alexandra Borgia

Robert e Kristen : Interviste con Traduzioni, Topic Consultivo

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CAT_IMG Posted on 23/5/2014, 08:57

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Snatch Magazine - Ritratto di Robert Pattinson-Cronaca di un’icona in trasformazione

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Per molto tempo Robert Pattinson non è stato altro che un personaggio di Twilight: Un attore di film sentimentali un po’ kitch, sex symbol di tutte le adolescenti del mondo e favorito dei giornalisti, che si divertivano dei suoi amori complicati con Kristen Stewart. E poi, ha avuto il suo incontro con David Cronenberg nel 2012 in Cosmopolis, che ha inaugurato un nuovo orientamento indie nella sua carriera e ha cambiato la sua immagine.Dal sobborgo di Barnes, dove è nato, alla sua nuova vita Hollywoodiana, il ritratto di un attore dal sangue puro, vittima di un lunghissimo equivoco.
Da secoli niente veniva a turbare la calma del comune di Montepulciano, situato nel cuore della Toscana,nella provincia di Siena. I suoi abitanti vivevano al ritmo delle stagioni agricole e il quotidiano sembrava irrigidito all'epoca del Rinascimento, di cui si trovano vestigia architettoniche un po' ovunque. Il tempo passava molto tranquillamente, sordo al mormorìo della modernità, fino a quel mese di maggio del 2009 quando Montepulciano stava per conoscere un breve, ma intenso momento di gloria.
per qualche giorno il sindaco aveva accettato di accogliere le riprese di un blockbuster americano, non importa quale, The Twilight Saga: New Moon, il seguito del franchise di successo, il film più atteso dalle adolescenti del pianeta.
Era stato previsto tutto perché non accadessero incidenti: un set era stato istallato sulla Piazza Grande che domina la città, 1500 comparse italiane partecipavano alla scena e un cordone di guardie del corpo doveva circondare gli attori, la cui star maschile era Robert Pattinson.

Ma niente è andato secondo le previsioni.

"È diventato stranissimo, del tutto anomalo" ricorda oggi Chris Weitz, il regista tuttavia provetto, del film. "La città è stata invasa da macchine cariche di fan che arrivavano dal mondo intero. Si era esagerato e bisognava mantenere la situazione sotto controllo e proteggere Robert, perché le ragazze impazzivano quando lo vedevano".

Nella ressa generale che ritardò l'inizio delle riprese, il regista si ricorda di un episodio in particolare: "Tra le fan c’era una ragazza disabile sulla sedia a rotelle, e la folla chiedeva a gran voce che Robert le parlasse. Sembrava il Medio Evo. Alla fine ci è andato a scambiare due parole. Francamente ho pensato che si alzasse e cominciasse a camminare. Invece no".

Al di là della battuta, Chris Weitz riassume perfettamente come sono stati gli ultimi anni della vita di Robert Pattinson: un'immensa follia.
Dal 2008 al 2012, il tempo che è durata la franchise di Twilight, i cinque film adattati dei romanzi della scrittrice Stephanie Meyer porteranno più di 3 miliardi di dollari totali.
Robert Pattinson diventa una delle più grandi icone pop di questo inizio secolo. Grazie al suo ruolo di vampiro romantico, si è imposto come sex symbol di un'intera generazione di adolescenti e ha provocato un’ondata d’isteria paragonabile a quella per Di Caprio all'epoca di Titanic, nel bene e nel male.
Il meglio: diventa multimilionario a soli 21 anni e ha saputo sfruttare la sua popolarità per consacrarsi a progetti più prestigiosi, attuando, a partire da Cosmopolis di David Cronenberg nel 2012, una svolta indipendente che ne ha fatto uno degli attori più appassionante del momento.

Il peggio: ha sacrificato una buona parte della sua giovinezza e deve vivere ormai sotto un'alta protezione con il peso del fenomeno Twilight.

"Non aveva previsto una tale dismisura", dice il suo amico, l’attore e regista Brady Corbet "Ora il suo quotidiano si riassume a un gioco di 'nascondino' continuo: deve proteggersi dai fan e dai paparazzi, deve pensare alla sua sicurezza ad ogni uscita".

"Anche quando vai al ristorante con lui, devi passare da una porta secondaria",- testimonia David Cronenberg, che ha offerto all'attore un nuovo ruolo nel suo ultimo film, Maps to the Stars. - "Non può più vivere come un normale essere umano, non ha più libertà. Adora Toronto, la mia città, perché la gente non lo infastidisce. Può andare in un bar senza guardie del corpo. A Los Angeles o altrove, non è possibile."

Birra, amici ed una Chitarra: In questo ambiente surreale, dove ogni suo spostamento è organizzato prima di tutto da una batteria di assistenti e dove i minimi fatti e gesti sono analizzati al microscopio dalla stampa, la logica avrebbe voluto che Robert Pattinson sclerasse, aggiungendosi alla lunga lista di icone pop sacrificate sull’altare della fama.
Ma se se si credea chi gli è stato vicino, sembrerebbe che lui si sia scelto un altro destino. Tutto disegna il ritratto di un attore 'naturale', 'sano', 'equilibrato,' 'con i piedi per terra'.
Robert Pattinson, ci dicono, è la storia di un ragazzo ordinario che a propulsione è diventato superstar dal giorno alla notte, un ragazzo normale che si è ritrovato malgrado lui stesso stampato sui muri delle adolescenti del mondo intero. ” sareste molto sorpresi di vederlo dietro lo schermo dei cinema: è rimasto cool e autentico, del genere che si può portare nei bar e a suonare della musica tra amici, osserva ancora Brady Corbet, che frequenta l’attore da quando si è installato a Los Angles e fa parte della sua banda ravvicinata (che comprende anche l’attore Tom Sturridge)
Il regista di Remember Me, Allen Coulter, che ha incontrato Robert Pattinson un pò dopo l’uscita di Twilight, condivide questa visione di un ragazzo distaccato dalla follia mediatica: “era superato dalla sua popolarità, era imbarazzato, intontito, E’ divenuto rapidamente celebre e per un giovane non è facile. Ma è un sensibile, e fa il meglio che può, contrariamente a certe altre stars che hanno del successo e che fanno qualsiasi cosa”. Tutti quelli che hanno potuto lavorare con lui sono d’accordo nel dire che Robert Pattinson è riuscito a mantenere il sangue freddo (la testa fredda) nell’affrontare il fenomeno Twilight. Sul palcoscenico delle produzioni mainstream, o nei piccoli film indie, l’attore è reputato essere uno che non è uno “perso”, non conosce crisi d'ego o capricci.
Nascita di una babystar 'bizarra'.

Per comprendere questa capacità di resistenza di fronte alle sirene hollywoodiane, forse bisogna ricodare qui un piccolo dettaglio: Robert Pattinson è britannico. Non è nato a Los Angeles, nel culto dello star system, ma a Barnes, un sobborgo residenziale del sud di Londra. Qui la vita è calma, bucolica, per non dire noiosa: il posto è costituito di piccoli padiglioni, di pub e scuole pubbliche che accolgono una maggioranza di allievi bianchi che vengono da un ambiente privilegiato.

"Gli unici stranieri qui sono gli svedesi" - ci dice un ragazzo del quartiere, che ci indica il percorso preciso per raggiungere il domicilio dei Pattinson. -"Riconoscerai la casa dalla sua grande facciata, i suoi genitori sono molto abbienti".

Ed è là in questo ambiente piuttosto borghese che Robert Pattinson è stato cresciuto da un padre concessionario di macchione e una madre impiegata in un’agenzia di pubblicità. Ha vissuto un’infanzia ordinaria, segnata molto presto dall’apprendimento della musica (sua sorella Elizabeth, firmerà un contratto a 16 anni per cantare in un gruppo) e la sua carriera scolastica alla molto altolocata Harrodian School dove inconterà il suo amico Tom Sturridge. Al teatro, ci arriverà per una sola e unica ragione: nel suo buco deprimente, era il migliore modo per incontrare delle ragazze.
A qualche kilometro dalla casa “bunkerizzata” dei Pattinson, si trova giustamente il Barnes Theatre Club, la piccola compagnia in cui debutta, e dove si ricordano ancora di del giovane Robert, quando recitava i suoi primi ruoli: una quindicina di ragazzini passati per il teatro sono divenuti professionisti, ma nessuno ha avuto la stessa carriera che ha avuto lui, racconta Darrol Blake, un vecchio regista della BBC, che segue gli aspiranti attori. Robert, lui, era bravo in tutti i ruoli. E aveva una caratteristica a suo vantaggio impareggiabile rispetto ai suoi concorrenti: un fisico particolare, sexy e androgino che gli aveva permesso di firmare i suoi primi contratti da indossatore a 12 anni ed di essere seguito da un agente, Shephanie Ritz, alla quale dovrà la sua carrirera fulminante. E’ lei che gli ha procurato i sui primi ruoli, in particolare per un telefilm germanico-inglese L'anello dei Nibelunghi. Carol Dudley era la direttrice del casting. Lei ricorda il giorno in cui Robert Pattinson ha attraversato la sua porta. “era allora un perfetto sconosciuto. Era buffo, non aveva l’abitudine a quel tipo di esercizio, dice lei, a quell’età lì i ragazzi che vengono ad una audizione hanno già un’esperienza. Si può dire che che ha passato la sua prima audizione prima di aver raggiunto una maturità. Lui era timido, sentivi che non lo percepiva come il suo elemento, ma aveva la testa sulle spalle ed era soprattutto ben circondato. Un anno più tardi, nel 2005, ottiene un piccolo ruolo in Harry Potter e il calice di fuoco, la sua prima partecipazione ad una grossa produzione. Tutto si concatena e il suo nome comincia a circolare a Londra, mentre si impegna per molti castings per fare film o spettacoli teatrali.

"Sapeva ormai che voleva consacrarsi completamente al cinema" - racconta Robin Sheppard, regista del telefilm BBC (!) The Bad Mother’s Motherbook, che conserva un ricordo impressionato dell’attore- "Robert aveva appena vent'anni ma appariva più maturo, aveva una capacità di analisi e una saggezza rara per la sua età. Si rifiutava di essere troppo esposto nei media. Era un segno. Diventare un attore non era necessariamente sinonimo di celebrità per lui".

Sulle riprese, si notava anche per la sua capacità di lavoro. "Era un giovane uomo in fieri, che stava per sbocciare" -osserva Campbell Micthell, il direttore artistico di uno dei suoi primi telefilm, The Haunted Airman.

"All'interno di una scena banale, doveva utilizzare un vecchio rasoio, ma non si era mai servito prima di un tale oggetto. Ebbene, ha ripetuto i gesti come un forzennato per essere certo di avere acquisito il gesto giusto. Ci metteva molta intensità. Quando doveva bagnarsi, quando lo ricoprivamo di sangue, quando si trattava di lasciarsi fare violenza in un modo o nell’altro, lo faceva, lo lasciava fare, non si atteggiava mai a prezioso".

Si impegnava a fondo nei ruoli, studiava i suoi personaggi, ed è un metodo che Pattinson conserva ancora, e che ha potuto in alcune occasioni salvare un film, come testimonia Stefano Falivene, il capo-operatore di Bel Amì.

"Robert era l’attore più professionale durante le riprese. A differenza degli altri, rispettava quello che doveva fare. Ci si lagnava dei capricci delle attrici in questo film, ma lui non ha mai causato alcun problema"

Una masturbazione ed un po' di Lacrime: Robert Pattinson sembrava calibrato per il successo, ben educato, un pò primo della classe, sexy, lavoratore, aveva tutto per divenire la baby star della sua generazione. Ma non avrebbe dovuto essere confuso circa la natura del soggetto, che non ha niente a che vedere con la macchina infallibile che tenta di venderci dei prodotti. La verità è che il più grande sex symbol degli adolescenti era un ragazzo un po' giù di corda, un vero angosciato che aveva un rapporto, si dice, problematico, con il proprio corpo. L'equipe di Little Ashes può testimoniare questo. In questo film in costume uscito nel 2008, Pattinson incarna il pittore Salvador Dalì e ha diverse scene gay, tra cui una di una masturbazione che vissuta con molta difficoltà, al punto di rischiare di far fermare la sua carriera.

"Era molto imbarazzato, racconta il regista Paul Morrison, mi ricordo che una volta, si è rifiutato di mostrarsi in scena nudo finchè non gli avessi assicurato al 100% che le sole persone presenti sarebbero state quelle necessarie per girare la scena. Rasentava un pò la paranoia".

L’attrice spagnola Marina Gatell si ricorda di questo momento. "L’amante di Dalì, dopo essere stato rifiutato da lui, doveva avere un rapporto sessuale con Magdalena, il personaggio che interpretavo, mentre Dalì si masturbava guardandoli. Robert non doveva fare altro che guardare e toccarsi, ma non era del tutto a suo agio con la scena, non smetteva più di piangere. In quella camera l'atmosfera era divebuta estremamente triste, difficile da sopportare. Altri aneddoti di questo genere confermano questa immagine di un attore fragile e sensibile incapace di padroneggggiare le sue emozioni sul set del film Water for Elephant, una scena di sesso molto soft condivisa con Resse Whiterspoon si presta all'imbroglio mediatico, il rumor che correva tra la stampa era che l’attore non avesse sopportato la pressione e che fosse finito in lacrime al momento della scena sexy. Comprensiva, Reese Whiterspoon tenta di salvagli la faccia dicendo in una delle interviste per la televisione che aveva semplicemente un forte raffreddore in quel momento, ma qualche tempo dopo Robert Pattinson finisce per contraddire la propria complice e rivela lui stesso la verità: sì, aveva pianto durante la scena, e se ne assumeva la responsabilità completamente. Questa iper sensibilità rivendicata è d'altronde quello che può spiegare in parte l’immesa popolarità dell’attore.
Per tutte le twilighters, in maggioranza giovani adolescenti, lui incarna un sex symbol rassicurante, una sorta di ideale romantico allo stesso tempo pericoloso e tenero.

"Non è solamente un ragazzo sexy, il genere del ragazzo della porta accanto, Egli ha anche uno sguardo unico e che muove dentro. La prima volta che l’ho incontrato, ho avuto l’impressione che avesse un aspetto antico, che si potesse credere che avesse già vissuto un secolo, e che fosse un solitario" - testimonia Catherine Hardwicke, la regista del primo Twilight. È lei che è riuscita a convincere l’attore a fare un'audizione per il ruolo del vampiro del suo film, dopo averlo visto in Harry Potter e il Calice di fuoco. Lei ci descrive il giorno delle prove: "Aveva una grande meche bruna e un po' di pancia, credo che bevesse troppa birra a quell'epoca. Era molto nervoso ma molto affascinante. L’avevo invitato a venire da me per incontrare Kristen Stewart, che avevo già scelto per il ruolo femminile, gli ho fatto recitare la scena del loro confronto durante la lezione di biologia all’inizio del film. E in più, poichè eravamo in camera mia, gli ho domandato di sdraiarsi sul letto e abbracciarsi. L'alchimia tra Kristen e Robert è stata immediata. Il prosieguo della storia è noto: cinque films di Twilight sono usciti fino al 2012, generando miliardi di dollari, e Robert Pattinson lascerà definitivamente Londra per portare avanti la sua folgorante carriera ad Hollywood.

Twilight: La Gabbia dorata: Se i manuali della cultura pop raccontano che Robert Pattinson è divenuto una star grazie a Twilight, l’attore cerca tuttora di allontanarsi da quest'immagine e di affrancarsi dal suo ruolo di Edward Cullen. Anche se non l'ha mai pubblicamente dichiarato, ha vissuto sempre in modo più difficile gli anni Twilight, al punto di mostrare certi segni della depressione, ci spiega Elliott Davis, il capo-operatore del primo capitolo. "Era molto impegnato nelle riprese, ma siamo onesti: non era felice. il successo del primo Twilight lo aveva devastato, aveva capito quale piega aveva preso."

Questa piega, Elliott Davis la spiega a noi nelle conseguenze: "Lo studio Summit Entertainment era sull'orlo del fallimento. il nostro film ha avuto un tale successo che hanno voluto prolungare la formula: avevano trovato la loro gallina dalle uova d’oro. In questo contesto, gli attori subiscono una pressione pesante. Senza di loro la serie non sarebbe esistita. Dovevano restare, portare avanti i seguiti, anche quando lo studio non aveva più niente da offrire sotto il tema della qualità artistica. Tutto quello che era importante era il business. Robert aveva trovato il suo compito, certamente. Se ha deciso di continuare era unicamente per i soldi. Non aveva nessun obbligo contrattuale. Ma ha dovuto essere un grosso dolore per lui."

David Cronenberg ce lo conferma e ci riporta la sua conversazione con l’attore su questo soggetto.

"Mi ha confidato che pensava che i primi Twilight dovevano essere dei film d'arte sui vampiri. Non aveva nessuna idea di cosa lo attendeva". Quello che lo attendeva era una franchise un po' kitch per adolescenti, e con tutti i problemi connessi: il fanatismo dei ragazzini del mondo intero, un'immagine ridotta a quella di un sex symbol un pò ridicolo, e la pressione tossica della stampa popolare, ancora più forte dal momento in cui Robert Pattinson ha avuto la malvagia idea di mettersi in coppia con l'eroina di twilight, Kristen Stewart. Con loro due, si sono alimentati con uno dei più grandi teleromanzi /feuilletons mediatici della fine degli anni 2000, mantenendo un mistero sulla natura reale della loro relazione. Una fabbricazione mediatica per vendere Twilight ai ragazzini? Semplice amicizia reinterpretata dai gossip per amore torrido? Tutto il mondo si è interrogato sui segreti della loro storia a mano a mano che i film uscivano nelle sale.

Non Elliti Davis: "Bisognava essere ciechi per non rendersi conto che quei due erano una coppia" dice lui. "Dal momento in cui le riprese sono cominciate, si sono mano a mano avvicinati. Si sono aiutati e si proteggevano dall'enorme pressione posatasi sul film. E infatti la loro relazione è iniziata con Twilight ed è terminata alla fine della serie."
Vero, qualche mese dopo l’uscita dell’episodio 5, la stampa popolare faceva già grossi titoli sulla rottura della coppia. Le foto mostrano Kristen Stewart tra le braccia di un altro uomo, il cineasta Rupen Sanders, facendo di Robert Pattinson il fesso più famoso del mondo. In risposta l’attore decide di liquidare la loro casa comune a Los Angeles, e evita di parlare dei suoi dolori con la stampa. La fine dell’era Twilight deve essere stata stressante per Robert Pattinson il quale prende in ipotesi, ancora, di mettere tra parentesi la sua carriera per consacrarsi alla sua prima passione: la musica. Dal primo suo gruppo rock formato durante l’adolescenza nella sua periferia londinese, l’attore non aveva mai veramente abbandonato e aveva continuato a comporre pezzi e dare concerti improvvisati, solitamente con il suo amico Bobby Long, un cantante folk britannico.

È la prima cosa che Cathrine Hardwicke ricorda del suo incontro con Pattinson a cui lei affida la composizione di qualche pezzo della colonna sonora di Twilight "Ero partita per tre mesi per uno chalet in montagna per lavorare a fondo sulla musica. Rob ha cominciato a prendere una chitarra e a registrare dei pezzi guardando il film terminato sul mio pc. Si è lasciato completamente assorbire dalla musica, e sembrava avere perso tutta la sua riservatezza naturale, non mi attendevo che la sua voce fosse così intensa e emozionante" Ma al momento di produrre il suo primo album ("che arriverà" assicura l’amico Brady Corbet) Robert Pattinson viene ripreso dal cinema nel periodo dopo Twilight, inaugurando una seconda dinamica nella sua carriera, oramai piazzata sotto il segno del cinema indie.

Leox Carax, per davvero. Il vero colpo di genio di Robert Pattinson è stato di riuscire a reinventarsi in un film solamente, facendo dimenticare rapidamente l’immagine di icona teen che gli si era incollata alla pelle, quando, a titolo di comprarazione, Ryan Gosling ci ha messo più di dieci anni ad uscire dal Disney Club. Questa opportunità, l’attore l'ha ottenuta grazie ad una sola ed unica persona: Colin Farrell. Fino all'inizio dell’anno 2011, era il favorito di David Cronenberg per il ruolo principale di Cosmopolis, l'adattamento da un romanzo di Don DeLillo. Ma l'attore americano ci pensa troppo, i suoi agenti chiedono troppo, e finisce per impegnarsi nelle riprese di Total Recall, lasciando il campo libero alla seconda scelta: Robert Pattinson. Ci vorrà allora tutta la perseveranza del produttore del film, il franco-portoghese Paulo Branco per convincere l'attore ad accettare il ruolo.

"Era molto esitante all'inizio, penso che avesse paura di quello che rappresentava" si ricorda oggi l’uomo d’affari. "Aveva cominciato a rifiutare l’offerta, ma abbiamo insistito, David e io, e allora ci ha dato il suo consenso: aveva capito che poteva essere un momento di svolta per la sua carriera"
Il più complicato era di affrontare con gli agenti e i managers che circondano l’attore anche se Robert Pattinson acconsentì a rivoluzionare radicalmente le sue pretese salariali, lui che aveva preso 12.5 milioni di dollari per ogni episodio di Twilight accettò di prendere un salario di 1.2 milioni di euro, in un budget del film globalmente vicino ai 15 milioni di euro.
Per le due parti l’affare Cosmopolis era un affare vincente a prescindere: da lun lato l’attore poteva rifarsi una reputazione legandosi ad uno dei più grandi cineasti in attività, dall’altro David Cronenberg si aassicurava una faccia popolare e quindi una grande visibilità mediatica e la sicurezza di una facilità nei finanziamenti. Restava solo una grande domanda: Robert Pattinson sarebbe stato in grado di portare a termine la sfida di un film con dialoghi ipercomplessi? L’atore dei teen movies romantici avrebbe avuto le spalle larghe per potersi riconvertire in un cinema esigente? La selezione di Cosmopolis nella sezione competizione al Festival del cinema di Cannes nel 2012 lo conferma.

Paulo Branco, lui, non ha mai avuto dubbi sulla questione: "Da quando ho incontrato Robert, ho capito che lui aveva il temperamento, e che non poteva essere ridotto alla sua celebrità" dice. "Ero decisamente affascinato dalla sua cinefilia: è un ragazzo con cui si può avere una conversazione molto ricca sul cinema. Mi ha confidato per esempio che Gli Amanti del Pont Neuf di Leos Carax è stato uno dei suoi film preferiti". Un altro aneddoto, sottolinea ulteriormente Paulo Branco, che lo stupisce ancora: "Per prepararsi al ruolo, Robert Pattinson non ha letto solo Cosmopolis di Don DeLillo: ha letto tutti i suoi libri. E in più, si sono incontrati, si sono parlati a lungo, mi è sembrato si intendessero a meraviglia, nonostante DeLillo sia un pò un selvaggio".

Sul set di The Twilight Saga: New Moon, il regista Chris Weitz si ricorda anche lui di essere stato sorpreso dal comportamento della star tra le riprese. "Non era come gli altri giovani attori che stavano in scena. Preferiva stare per conto suo a leggere un libro e non lo vedevo per delle ore. "

Di altri aneddoti del genere che disegnano il ritratto di un attore iper-curioso, lettore di Houellebecq e fan del cineasta Lubitch, di cui collezionava le opere mentre girava Bel Amì. Si stava dirigendo verso il cinema d’autore, lo ritroveremo presto presso Werner Herzog e James Gray, Robert Pattinson non cerca solamente di migliorare la sua immagine, ma piuttosto di affermare i propri gusti e il suo desiderio per un cinema singolare.
Detto questo, prendere il percorso del cinema indie, non è stata una cosa che non ha richiesto un certo periodo di adattamento per l’attore. Dopo gli anni immerso nel pentolone main-stream della serie di Twilight, le parti a prezzo ribassato di un regista
Certi pregiudizi verso un cineasta onnipotente sembravano ben lontani dalle sue abitudini al momento di cominciare a collaborare con David Cronenberg. Il regista canadese concede di aver percepito di essere confrontato con un debuttante quando nel loro primo incontro di collaborazione su Cosmopolis. "All’inizio delle riprese mi ha detto: 'Non ho mai visto questo nella mia vita' - gli ho risposto "Mai visto cosa?" ed ha detto questa frase: "Qualcuno come te sul set. Tu prendi tutte le decisioni" E io gli ho detto: "Rob non c’è nessun altro, solo noi, non abbiamo uno Studio alle nostre spalle. La sola preoccupazione del produttore è che noi siamo felici. Tu capisci, facciamo questo film insieme. solo noi. Siamo noi a prendere le decisioni."

"Io credo di non avere mai visto veramente girare un film di questo genere. Fino a questo momento avevo sempre a che fare con dei registi obbligati a telefonare allo Studio ogni volta che volevano prendere una decisione, cambiare un vestito, o un taglio di capelli".

"Con me, non ho il telefono". E da allora con un colpo d’occhio al destino, in Maps to the Stars, l’ultimo film di Cronenberg, lui interpreta giustamente un giovane ragazzo un po' idealista arrivato dal profondo degli Stati uniti e che sbarca ad Hollywood per fare carriera senza aver veramente consapevolezza delle regole del gioco rispetto al quale si mette ai suoi piedi. Quando domando a Cronenberg se è possibile vedere un parallelo possibile tra questo e il suo vecchio ruolo di gloria di Twilight, il cineasta non nasconde:

"Ha una somiglianza, in effetti. Robert non ha mai sperato di diventare una star, voleva essere un attore, ed è stato preso dalla piega della celebrità".
La buona notizia è che si è deciso a spezzare le catene.

(Di Roman Blondeau)

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CAT_IMG Posted on 23/5/2014, 09:30

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Metro News Intervista Robert: "Sono tutti Svitati ad Hollywood"

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L'attore inglese Robert Pattinson prosegue la sua strada nel paese del cinema d’autore. È a Cannes per presentare due film: il road-movie The Rover dell’australiano David Michod e MTTS del maestro canadese David Cronenberg.

Metro News: Robert sei a Cannes a presentare non uno ma bensì due film, è una pura coincidenza?

Robert: È una bella sorpresa, anche se confesso che avevo una gran voglia che The Rover in particolare fosse visto qui. A dire la verità, abbiamo fatto passare tutti gli altri festival nella speranza di essere qui. Abbiamo anche puntato tutto su Cannes perché è il più bello del mondo. In particolare per un film diverso come questo.

Metro News: Maps to the Stars è un film costruito fuori dal sistema hollywoodiano. È un indizio dell’indirizzo che vuoi dare tu alla tua carriera dopo l'avventura Twilight?

Robert: Quello che mi guida, è la voglia di lavorare con un regista. Ho capito che se lavoravo con i migliori al mondo c’erano delle speranze che sarei stato felice del risultato. (ride) Che avrei avuto delle esperienze lavorative davvero soddisfacenti. Ci sono una ventina di registi con i quali avrei voglia di lavorare e sono solo all’inizio. I prossimi? Quest’anno Harmony Korine e Olivier Assayas. Dopo James Gray a gennaio prossimo. Ci siamo incontrati e siamo diventati amici. E abbiamo aspettato di trovare il buon progetto.

Metro News:Al vostro posto, molti giovani attori cercherebbero di ottenere un ruolo da Super eroe, o almeno un ruolo in una grande produzione. Lo hai sognato anche tu?

Robert: non ho mai passato un audizione per quel genere di film. E non sono nemmeno sicuro che saprei come fare un super eroe. Se ho questo posto nel mondo, questo non vuol dire che non farò un film di quel genere da grande Studio hollywoodiano . Infatti ne vedo tanti. Ma non mi sento a mio agio a ritrovarmi là dentro come attore.

Metro News:In The Rover interpreti un tipo un po' tonto, di cui non sappiamo granché, tranne che è lo zimbello di suo fratello. Come sei entrato in questo ruolo?

Robert: Già alla prima lettura, sentivo la sua voce nella mia testa. Quella di un ragazzo che parla talmente piano a forza di ripetergli di stare zitto. A tal punto che ogni parola che esce dalla sua bocca è una sofferenza. È stato molto divertente anche se guardando il primo montaggio alcuni dei miei dialoghi erano totalmente impercettibili.

Metro News: Sei anche in MTTS di David Cronenberg. La Hollywood che lui dipinge è più dark di quella che tu conosci?

Robert: Io ho sempre passato dei bei momenti a Hollywood. A dire la verità, amo quel suo lato “Sporco” fino a quando non ci passo tutto l’anno e non divento una caricatura come vediamo nel film. Restando un osservatore posso dirvi che c’è un sacco di gente strana laggiù.

Metro News: Ne incontri spesso?

Robert:Sempre! Forse lo sono anche io ormai.

Metro News: Non dirmi che vendi i tuoi “bisogni” su internet come i giovani attori del film!?

Robert:Ah se potessi!! (ride) francamente tutti a Hollywood sono un pò svitati. Gli attori lo sono per Essenza, se consideriamo che ci domandano di recitare tutta la gamma delle emozioni umane, talvolta nello stesso film. Vi assicuro che farete fatica a trovare persone più matte!

Traduzione by Nella per Robsten Love Forever - Metro News

 
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ABC News Intervista Pattinson: "Cerco di Evitare che la mia faccia finisca sui giornali"

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Per tutto l’anno passato, Robert Pattinson è scomparso dalla scena. E come lui stesso dice adesso,stava solo cercando di evitare che gli venissero scattate delle foto in modo da evitare di finire continuamente sulle riviste.

"Cerco solo di evitare che la mia faccia finisca continuamente sulle pagine di stupido gossip sostanzialmente,e a mio avviso il modo migliore è quello di non farmi fotografare". dice Pattinson. "Con l’età ho acquisito un certo grado di consapevolezza circa le numerose fotografie che mi sono state scattate. Non capisco perché. Ma ho lasciato correre così tante volte che adesso ho il sentore che tutti mi possano guardare attraverso".

Quella di non essere fotografato non è un'opzione contemplabile per Pattinson al Festival di Cannes: L’annuale stravaganza della Costa Azzurra è famosa per la sua schiera di fotografi e la sua fama di celebrità.
Ma Pattinson rivela una nuova immagine di se, più matura quest’anno a Cannes. E’protagonista in due dei migliori film del festival: quello di David Michôd , il thriller distopico "The Rover" e, in concorso “Maps to the Stars” di David Cronenberg,una oscura satira di Hollywood. In quest'ultimo film, interpreta il ruolo di un autista di limousine di Los Angeles che tenta di entrare nel mondo del cinema.

In "The Rover", che sarà rilasciato negli Stati Uniti il 13 giugno, offre probabilmente la sua migliore interpretazione fino ad ora,recitando nel ruolo di un sciocco insanguinato che viaggia nell’ Outback australiano con uno scostante uomo deciso a vendicarsi (Guy Pearce) . Con uno zoppicante accento del sud, lui è un sporco, cucciolo d’uomo ferito,fedele al suo compagno.
Ancor più di qualsiasi film fatto in precedenza,The Rover, mette in risalto il talento del 28enne,ex star di Twilight,assolutamente in grado di gestire un ruolo complicato.
"E' letteralmente ed esattamente ciò che volevo ", ha detto Pattinson riguardo all’esperienza di Cannes,sorridente in cima al Palais des Festivals.

Le sue interpretazioni hanno aperto gli occhi a molte persone, incluse le co-stars di Pattinson " Non sapevo che fosse in grado di far tanto ", dice Pearce. "Il secondo giorno, ho detto a David 'È davvero (impreca) bravo, non è vero? '"
Il nuovo capitolo di Pattinson in realtà è iniziato con la sua prima collaborazione con Cronenberg nel 2012 nell’elegante adattamento di Don DeLillo "Cosmopolis". Da allora, dice, sceglie immediatamente le parti che gli offre il regista.

“Ho una lista di cose che vorrei fare in seguito” dice Pattinson. “In quel caso ho detto sì ancora prima di aver visto il copione. "

Oltre che con Michod ("Animal Kingdom") e Cronenberg, Pattinson ha girato film con Werner Herzog e Anton Corbijn. Enel prossimo futuro lo vedremo nei film di Harmony Korine ("Spring Breakers") e Olivier Assayas ("Carlos"). Sono tutti acclamati registi che operano per lo più lontano dal mainstream(corrente che, in un particolare ambito culturale, è considerata più tradizionale e "convenzionale", ed è seguita da un più grande pubblico).

"C’è tanta di quella responsabilità adesso "dice Pattinson. " Non mi piace l'idea di provare a fare film per divertimento, o che mi veicolino. Ed inoltre non so chi sia il mio pubblico. Non so nemmeno se ho un pubblico. Al di fuori di 'Twilight', non lo so. "

"Recitare il ruolo principale in Cosmopolis non era quello che voleva fare al momento " dice Cronenberg. "Ho dovuto comunicare con il suo interno. Era davvero impaziente di recitare un ruolo minore in un film corale. In un certo senso, ('Maps') è una sorta di continuazione ideale del nostro rapporto, molto valida.

Pattinson ha fatto il provino per "The Rover" di Michod anche se la sceneggiatura scarsa ha reso tutto molto difficile. La parte era centrata sul sulle caratteristiche del personaggio e sulla natura del "collasso" che ha distrutto la moneta australiana. Pattinson ha centrato le caratteristiche del personaggio.

"Ho avvertito la necessità di porre qualche domanda sulle caratteristiche del personaggio ed ero del tipo 'Lui è mentalmente handicappato? Devo interpretare un pazzo fuori di sé? '" ha ricordato, ridendo.

"Dal momento in cui ha iniziato ad interpretare il personaggio mi ha entusiasmato " dice Michod. "Ero entusiasta dell’interpretazione data, entusiasta del personaggio che ha reinventato lui stesso ed eccitato all’idea di avere con me una star del franchise forse molto sottovalutato e mostrare a tutti cosa invece è capace di fare."

Pattinson si dice entusiasta di aver interpretato una parte più fisica.

"Ho avuto tante parti in cui ho interpretato ruoli poco fisici, come nella saga di Twilight" dice."È così limitativo. Pensa fare qualcosa del tipo che hai il sangue sul volto, non ci si può di certo adattare a ruoli in cui devi rimanere immobile.

Arruolato in un franchising globale in giovane età, Pattinson ha già detto che non era nemmeno sicuro che la recitazione facesse a caso suo. Rappresenta una delle persone più famose , che non trasudano fiducia o seriosità e si affretta a ridere di se stesso.
Attualmente, ammette che la sua fiducia sta crescendo.

"Sono molto, molto bravo nell’avere basse aspettative" dice Pattinson. "Più hai basse aspettative più fai bene."

Traduzione - Abc News



Edited by Alexandra Borgia - 23/5/2014, 11:05
 
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Robert Pattinson e Guy Pearce a 'Le Grand Journal'

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Video Intervista

Antoine: E’ un film on the road, violento,ambientato nel vasto deserto australiano in un futuro prossimo, quindi non è un remake di Mad Max, giusto?

Guy Pearce: Oh, non credo sia un nuovo Mad Max. Mad Max ha un certo livello di surrealismo,il nostro è più freddo,più un letterale faccia a faccia.

Antoine: E' il secondo film di David Michôd, ha anche diretto il grande Animal Kingdom nel 2011 in cui hai ancora tu Guy. E tu Rob, quando hai visto il film, hai fatto un commento divertente a riguardo, hai detto che è stata la prima volta in cui ti sei visto come un adulto.

Robert: Sì, non sono nemmeno sicuro che sia del tutto vero. Ma sì, proprio l'anno scorso ... In qualche modo, non lo so. E 'probabilmente il film più maturo che io abbia mai fatto, a parte Cosmopolis che era abbastanza maturo.

Antoine: Cosmopolis di Cronenberg con cui hai lavorato anche quest'anno. Ne parleremo più tardi.

Augustin: Dobbiamo dire Antoine che è un vero e proprio spettacolo, il ruolo di questo personaggio Rey che è un po' deficiente, con una voce e dei gesti goffi, e uno sguardo perso. Non è esattamente il genere di ruolo che siamo abituati a vederti interpretare, Robert Pattinson. E' stata una sfida per te come attore?

Robert: Sì,ma è stato molto al tempo stesso. Era una parte che non aveva restrizioni,mi permetteva di avere ampia libertà. Con questo personaggio potevamo fare qualsiasi cosa volessimo e anche la sceneggiatura era praticamente perfetta.

Antoine: Guy, potresti spiegarci il significato della parola Rover? Penso che abbia un doppio significato che dia senso al film.

Guy Pearce: Beh, non so che posso spiegare che il significato di rover. Penso, tu abbia ragione, ci sono tanti significati che potremmo attribuire a questo termine, e c'è uno che non spiegherò qui perché ci allontaneremmo troppo dal discorso principale. Probabilmente ha quel senso del “cercare” “guardare” attraverso il personaggio che interpreto.Lui ha perso ogni cosa nella vita. Ed ha una sorta di missione adesso.E’ una storia difficile , qualcuno che ha raggiunto la fine della strada, la strada itinerante.

Augustin: La storia si svolge nel bel mezzo del deserto australiano, credo che il problema principale durante le riprese fossero le mosche, era difficile filmare in quel contesto,complicato da quello che ho capito, giusto Robert Pattinson?

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Robert: Sì, era incredibile. . Non ho mai capito che scopo avesse il cappello australiano che ho. Forse una dichiarazione di moda. È incredibile ma dopo un po’ ci si abitua. E'davvero triste.

Antoine: Mi stanno dicendo che Sebastian è da qualche parte in mezzo alla folla.

Sebastian: Abbiamo grandi ospiti in questo momento, non sono Kev Adams o Tomer Sisley, ma Robert e Guy ,ho trovato una famiglia di Cannes questa mattina che ha un salone di parrucchiere, c'è Lena, la zia Yvonne, tutta la famiglia è qui e hanno una domanda:
Robert sei single? E se lo sei,l’intera famiglia può avere una foto con te?

Robert: Eh, sì.

Antoine: Robert, sei un habitué della Croisette,il tuo film “Maps to the Stars” di David Cronenberg è in competizione. Due anni fa calcavi il red carpet , ancora con David Cronenberg. So che sei un grande fan di Cannes, mi è stato detto che quando eri un ragazzino compravi ogni dvd con il logo Cannes solo per poterti mettere in mostra davanti ai tuoi amici. È vero?

Robert:Sì, pensavo seriamente potesse impressionare la gente. Ma sostanzialmente lo facevo per far colpo sulle ragazze.

Antoine: Come dicevamo sei uno degli attori di Maps to the Stars di David Cronenberg,e sei l’autista di Julianne Moore che era nostra ospite ieri e ha un piccolo messaggio per te.

Antoine: Guy, hai lavorato con Curtis Hanson, Christopher Nolan, Ridley Scott. Intendi lavorare anche con David Cronenberg?

Guy Pearce: David Cronenberg, certamente. Se lui pensa di poter avere un ruolo giusto per me ,voglio dire, David ovviamente è un regista incredibile, spinge i limiti ed esplora territori interessanti. Se lui è là fuori ed è in cerca di un uomo australiano,io ci sono.

Antoine: Robert se potessi intercedere per questo,sarebbe gentile da parte tua.

Guy Pearce: Se riesci a farmi avere un lavoro con David,io ti trovo una ragazza, qui a Cannes.

Robsten Love Forever

 
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CAT_IMG Posted on 23/5/2014, 10:27

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IndieWire: David Michôd parla di Robert e di The Rover

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IndieWire.Com: Avere Robert Pattinson al tuo fianco ha senza dubbio aumentato il numero di flash sul red carpet l’altra sera.

David Michôd: Sì, ci sono stati momenti in cui ho realizzato che nessuno di loro era diretto verso di me. (Ride)

IndieWire.Com: Il suo film vanta la scena più leggera di Cannes, quella in cui il personaggio di Pattinson canta un brano di Keri Hilson da solo in una macchina.

David Michôd: Sei la prima persona che mi chiede di questo! Mi aspettavo che quella scena avrebbe attirato l’attenzione qui. Quando stavo facendo la promozione di Animal Kingdom, ogni giornalista mi chiedeva della scena di “All Out Love”

IndieWire.Com: Cosa ti ha spinto a scegliere quella canzone (quella di Keri Hilson)?

David Michôd: Una delle sfide di questo film era che la storia si sviluppava in un momento storico futuro e questo rendeva le scelte musicali particolarmente complesse. Ho immaginato che magari avrebbe potuto avere senso il fatto che la musica pop potesse essere ancora considerata un genere musicale ascoltato, un’equivalente del rock classico. In quel punto del film volevo ricordare che il personaggio di Rob è un ragazzino smarrito, uno che, in circostanze di vita differenti, avrebbe amato canzoni pop. Ho voluto che quel momento del film rappresentasse una specie di promemoria del suo desiderio di voler essere soltanto un ragazzino.

IndieWire.Com: Parlando della sua performance (di Robert), lui è la vera rivelazione di The Rover. Cosa l’ha portata a scritturare proprio lui?

David Michôd: È stato un incontro. Io non ho mai visto i film della serie di Twilight e non sento di averne bisogno. L’ho incontrato tempo prima di sapere che avrei girato The Rover, e l’ho trovato istantaneamente estremamente interessante.

IndieWire.Com: Perché lo ha incontrato se non aveva familiarità con il suo lavoro?

David Michôd: Non avevo visto niente di suo. Ma questa è quella cosa strana che accade dopo che si è girato un film che ha guadagnato una certa attenzione, si va a moltissimi appuntamenti al buio e quello con lui era uno tra quelli. Non sapevo davvero nulla di lui, ma mi è piaciuto subito. Mi è sembrato decisamente intelligente, divertente e aperto. Mi è sembrato che possedesse buon gusto nelle sue scelte. E che avesse un'interessante ed eclettica conoscenza del cinema. Quando si è presentato per il cast di The Rover ho semplicemente sentito la strana sensazione di voler vedere soprattutto lui più degli altri. Fortunatamente lui desiderava sul serio fare questo film con me. Voglio dire ... l’ho davvero messo sotto. Abbiamo lavorato per tre o quattro ore durante le nostre prove di fronte alla telecamera, ma ho sentito ... ho saputo fin dai primi minuti che avevo trovato il ragazzo giusto per quel personaggio. Le ore successive sono state soltanto una sorta di esplorazione. Lui mi ha aiutato a definire il personaggio (di Rey).

IndieWire.Com - Traduzione

 
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Clara Girasole
CAT_IMG Posted on 23/5/2014, 10:38




Robert Pattinson Intervistato da 'Le Nouvel Observateur'

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Question : È difficile andare in giro a Hollywood o nel deserto australiano?

Robert: In Hollywood!

Question :Perché?

Robert: Perché ogni volta che esci fuori ci sono circa 50 paparazzi, ovunque. Tipo anche mentre sei in auto sei circondato da macchine che cercano di farti delle foto, è così stressante. Nel deserto è meraviglioso, non c’è nessuno ed è facile focalizzarsi su ciò che fai.

Question :Entrambi i tuoi film presenti qui a Cannes sono anti-sistema. In qualche modo aderiscono alle tue opinioni politiche?

Robert: Mi ritengo una persona liberale, per quanto sia possibile esserlo per un attore. Non lo so..

Question : Alcuni attori non lo sono per nulla.

Robert: Lo so, ed è tropo difficile da capire, sembra impossibile.Gente pazza!

Question : Alcuni sono fra i più radicali.

Robert: Penso che dovremmo essere più attenti alla situazione degli oceani, almeno questa è una delle mie idee. Non saprei se è una cosa che riguarda la politica. In realtà non prendo la politica sul serio, magari ignoro molte cose ma quando si vede che la maggior parte dei paesi occidentali sono controllati da 5 o 6 grandi gruppi industriali che gestiscono tutto il paese, si ha l’impressione che il proprio voto è un po’ un bluff. Non dovrei dire queste cose (ride)

Question : Fare film è un atto politico..

Robert: È vero..cerco di fare dei film che dicano qualcosa, anche se poi riguardano di più gli individui, le emozioni umane che mi attirano non la giustizia.




Question : È stato facile portare la tua carriera verso il cinema d’autore dopo Twlight?

Robert: Ci è voluto soprattutto un po’ di tempo..ho passato 4-5 anni a costruire relazioni con dei registi che mi interessavano, e poi alla fine le parti che volevo sono arrivate un po’ tutte insieme. Credo che Cosmopolis di Cronenberg ha cambiato ogni cosa. Se non avessi iniziato a lavorare con David, (sai ha reso tutto più facile)David Michod non mi avrebbe chiamato. Veramente da lì è cambiato tutto…

Question : Dunque ti ha aperto tutte le porte.

Robert: Sì, ha aperto tutto!

Question : Dopo Cosmopolis, in pratica sono due film dove la limousine è un elemento importante nel film, questa volta ne guidi una davvero.

Robert: in realtà è la macchina più facile da guidare. Quasi quasi ne voglio una, sai nessuno sospetterebbe di te, nessuno mi seguirebbe in giro.

Question : Dunque non ne ha una?

Robert: No no..non ancora.

Question : non è facile da parcheggiare..Rob ride!




Question : Kristen Stewart la tua ex ragazza, presenterà anche lei un film del regista Olivier Assays qui a Cannes. Coincidenze?

Robert: Qui c’è un percorso simile che abbiamo fatto, per quanto mi riguarda e anch’io lavorerò con Assays.

Question : Davvero? Quando?

Robert: A novembre.

Question : Pazzesco. Quale sarà il titolo del film?

Robert: “Idol’s Eye”(L’occhio dell’Idolo). E’ un film da ragazzi, è la vera storia di questi ragazzi che derubano il negozio di un banco di pegni, senza sapere che è il marchio di un boss mafioso. Il copione è davvero incredibile.

Question : E lo hai conosciuto tramite Kristen?

Robert: No ..no l'ho incontrato a New York due anni fa. Si è molto tempo che voglio lavorare con lui, sono stato legato a questo progetto da molto tempo e finalmente tre mesi fa è diventato realtà.

Traduzione by Nella per Robsten Love Forever



Edited by Alexandra Borgia - 20/6/2014, 11:59
 
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'Maps to the Stars': Robert e David Intervistati da Radio France Inter

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Radio France Inter: Lavora in due film presenti a Cannes, The Rover dell’australiano David Michôd: in un mondo post apocalittico, dove interpreta un rapinatore un po' ingenuo e malridotto.

Robert: È divertente , faccio film strani e mi piacciono i film strani, e quelle ragazzine grideranno quando andranno a vedere The Rover. È divertente.

Radio France Inter: L’altro film che Robert Pattinson interpreta è in competizione per la Palma a Cannes , Maps to the Stars di David Cronenberg.

Robert: Sì , in Maps to the Stars interpreto un autista di limousine che sogna di diventare un attore.

Radio France Inter: Una parte secondaria ma, niente paura , si tratta di Cronenberg, che due anni fa ha deciso di dargli il ruolo principale in Cosmopolis anche quest’ultimo presentato Cannes, per farlo crescere come attore.

Cronenberg: Mi piace prendermi il merito per questo. Era un attore molto , molto sottovalutato, ma sapevo che aveva talento. Il mio istinto mi ha detto che era una star prima che avesse la possibilità di dimostrare che era un vero attore. Voglio dire, è come quando hanno dato la Palma a Rosetta; tutti ci dissero che era terribile, e ora i Dardens continuano a tornare qui e i loro attori hanno una grande carriera. Questo è quando sai che il tuo istinto è giusto , il che , naturalmente, ti fa sentire veramente bene.

Robert Pattinson esprime poi tutta la sua gratitudine a David Cronenberg.

Robert:Hai solo bisogno che qualcuno creda in te. Qualcuno che realmente rispetti e che poi ti fa pensare a te stesso in modo diverso . Ero sempre abbastanza ambizioso da giovane , ma dopo Cosmopolis mi sono sentito di poterlo essere di più e poi credi un po’ di più in te stesso.

Traduzione



Edited by Alexandra Borgia - 23/5/2014, 16:21
 
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Clara Girasole
CAT_IMG Posted on 23/5/2014, 13:08




Vanity Fair Intervista Robert Pattinson per 'The Rover'

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Robert Pattinson sa qualcosa sul prezzo da pagare per la fama, quindi vale la pena ascoltare quanto dice circa la preoccupazione per i bambini-star che gli capita di incontrare ad Hollywood. "Quando vedo questi ragazzi, penso che se non andranno in terapia finiranno per diventare serial killer o si uccideranno. Voglio dire, è una cosa terrificante. "

Vanity Fair: David Michod ha parlato molto della storia che sta dietro a The Rover e che si colloca “dieci anni dopo il collasso”. Quanto ti ha spiegato del tuo personaggio?

Robert: Beh ... non molto. Continuavo ad interrogarmi su questo aspetto .... “Che cos’è questo collasso economico? Voglio avere i dettagli di questa cosa.” Poi ho realizzato che saperlo davvero non avrebbe fatto alcuna differenza rispetto al mio personaggio.

Vanity Fair: Guy Pierce descrive il tuo personaggio come un “mezzo idiota”. Lo hai rappresentato come una persona affetta da una reale disabilità o solamente come un ragazzo che non era stato educato adeguatamente?

Robert: Ho pensato a Rey come a qualcuno a cui era stato detto che c’era qualcosa che non andava in lui, anche se non è così, ma gli è stato detto così tante volte che in qualche modo lui ha semplicemente accettato la cosa.

Vanity Fair: Mi ricorda un po’ Jesse Pinkman di Braking Bad (serie televisiva statunitense)

Robert: Sì, penso che il profilo sia quello, ma anche se Rey si trova in una situazione molto oscura, lui non ha mai mai davvero voluto fare ciò che ha fatto tanto per cominciare, e questo in qualche modo lo fa crollare.

Vanity Fair: Cosa ci dici di quelle macchie scure sui tuoi denti? Dovevano truccarti ogni giorno?

Robert: Beh sì ... inizialmente la ragione doveva essere che in quel mondo non vi era più fluoro nell’acqua e i denti di tutti avrebbero dovuto essere rovinati, ma alla fine solo il mio personaggio era quello con i denti così. La ragione che mi sono dato per questa cosa era che lui probabilmente era stato uno di quei ragazzini che non si lavano mai i denti. Penso che sia una caratteristica di un certo tipo di persone e io ne ho conosciute alcune a scuola. Ragazzini che avevano i denti scuri a undici anni ed erano sempre sempre molto strani.

Vanity Fair: (Nel film) Tu rappresenti un ragazzo alla fine del mondo. Pensi che la fine sia davvero vicina se non cambiamo il nostro modo di vivere?

Robert: Veramente no. Probabilmente perchè sono solo parecchio ignorante e vivo una bella vita. Penso che tutto sia abbastanza ciclico. Ci sono definitivamente alcune cose molto preoccupanti e per cosa? Affinchè uno possa giocare ai videogames tutto il giorno? É in qualche modo ridicolo.

Vanity Fair: Sembra che alla fine possa accadere che uno riceve quello che si merita. Specialmente se ci comportiamo come i protagonisti di Maps to The stars.

Robert: Penso che gente così possa solo finire mangiandosi l’un l’altro. Non penso che possano danneggiare altri. Sono troppo auto-centrati.

Vanity Fair: Dunque... quando David Cronemberg ti ha chiamato e ti ha detto “Facciamo un altro film insieme” eri eccitato?

Robert: Sì. Non avevo nemmeno ancora letto la sceneggiatura ed ero tipo ...”Oh sì!” Questo è un altro personaggio per cui non avevo alcun riferimento specifico. Gli ho chiesto “Che tipo di ragazzo pensi che sia?” E lui mi ha detto “Non so, tu cosa ne pensi?” E di lì a due giorni avremmo iniziato a girare ed io ero tipo ... Grande! È esattamente ciò che è accaduto con Cosmopolis. Non ne abbiamo parlato per niente ed alla fine è accaduto che ogni scena girata andasse bene al primo colpo. È senza senso!

Vanity Fair: Quindi lui ti ha fatto semplicemente leggere la sceneggiatura e ti ha lasciato creare da te le caratteristiche del personaggio?

Robert: Con Cosmopolis sapeva esattamente ciò che voleva. Con Maps gli è piaciuto semplicemente ciò che facevo alla prima ripresa.
Vanity Fair: Eravate preoccupati del fatto che avrebbero potuto esserci delle ripercussioni negative nel vostro ambiente visto che vi stavate prendendo gioco della gente di Hollywood?

Robert: Non penso che ci stessimo prendendo gioco di loro. Anche se mi è piaciuto il fatto che l’unica recensione negativa che abbiamo ricevuto finora sia dell’Hollywood Reporter.

Vanity Fair: Avete colpito un nervo scoperto.

Robert: Non credo che questo film voglia fare arrabbiare Hollywood. É piuttosto legato alle caratteristiche specifiche di questi personaggi. Penso che quello di Benjie sia il più vero. Ho incontrato molti ragazzini come lui. La scena in cui lui e altre ragazzine si lamentano e trattano male tutti è qualcosa che capita di vedere parecchio. Quando vedi ragazzini così non ci sono molte alternative: o li mandi subito in terapia o diventano serial killer oppure si suicidano. Intendo dire lo si può vedere abbastanza precocemente ed è terrificante.

Vanity Fair: Tu sei diventato famoso parecchio tempo fa. Come hai gestito la stranezza d’essere così ricco e famoso ad un’età così giovane?

Robert: Ho girato Harry Potter a 17 anni e non è successo nulla dopo. Voglio dire, ho guadagnato tantissimo in confronto alla gente della mia età, era incredibile. Ma ... intendo dire .. dopo ho fatto solo piccoli film per la televisione. Dai 18 ai 21 anni, momento in cui ho partecipato a Twilight, ho potuto comprarmi un appartamento e mantenermi. È diverso perché a quell'età anche se sei molto giovane, hai già una storia alle spalle, ma se diventi famoso a dieci anni è una cosa totalmente differente.

Vanity Fair: Hai incontrato Justin Bieber al party di Vanity Fair l’altra sera?

Robert: Veramente no. L’ho incontrato prima però, al suo party su un bus (ride). L’ho incontrato un paio di volte. E’ un ragazzo a posto. (ride)

Vanity Fair: Se tu dirigessi un film su Hollywood, quale parte metteresti in evidenza?

Robert: Non lo so. C'è questa lotta contro l’invecchiamento femminile, ma … hai mai letto il libro “Money” di Martin Amis? Ho pensato che l’attore anziano, Lorne Guyland, fosse un personaggio straordinario, perché non riesce a lasciarsi alle spalle il fatto di essere un maschio alpha ed ha 78 anni. L’ho trovato divertente perché è una caratteristica molto femminile. E’ divertente come la tua intera vita da attore riguardi l’essere un uomo molto macho, ma solo nei film.

Vanity Fair: Canti un po’ in The Rover ed ho sentito che stai lavorando su un album. Ci possiamo aspettare di ascoltare qualcosa di tuo presto?

Robert: Non so da dove sia uscita questa notizia. Ogni tot di anni qualcuno la tira fuori. Io continuo a lavorare su del materiale, ma non so. Credo di essere troppo sensibile alle critiche. Penso di averne ricevute già abbastanza su di un altro fronte.

Traduzione - Source



Edited by Alexandra Borgia - 23/5/2014, 16:21
 
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Kristen Stewart a 'Le Monde': Si Parla di Sils Maria, di Robert e del cinema...

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Le Monde : Come sono andate le riprese?

Kristen: Davvero bene. Sarà perché sono americana e per il fatto che noi consideriamo il cinema come intrattenimento ma non avrei pensato che un film così fortemente filosofico avrebbe potuto interessare un così vasto pubblico, invece è proprio questo il caso.

Le Monde : Insieme al ruolo interpretato da Chloe Moretz, il suo personaggio incarna l'America in un film molto europeo..
Kristen: È la prima volta che giro un film interamente in Europa, è vero. Si è parlato per un pò del fatto che avrei interpretato il ruolo di Chloe, ma penso che sarebbe stato un errore. Avevo voglia di criticare, attraverso il mio personaggio, il consumo di massa di queste false vite create dai media. Quando ci si pensa è un fenomeno strano, che non arricchisce nessuno. Perchè oltrepassiamo i limiti così culturalmente? Alcune delle mie battute nel film rispecchiano ciò che penso su questo argomento. Olivier ha trovato le parole giuste.

Le Monde : Cosa le ha fatto accettare il ruolo?

Kristen: Dopo On The Road, che lui ha prodotto, Charle [Gillibert] mi ha convinto che Olivier era il regista giusto per me. La sceneggiatura mi ha colpita da subito. Olivier mi ha detto che lo aveva scritto senza pensare a me. E di fatto le sue opinioni sul consumo dell'arte c'erano già. Diciamo che la mia presenza ha potuto rendere alcuni passaggi più eccitanti per via delle mie esperienze passate.

Le Monde : Conoscevate i suoi film?

Kristen: Sils Maria mi sembra diverso dai suoi film precedenti, è più calmo e riflessivo. Juliette l'ha convinto a scrivere su due generazioni di di artiste donne - su ciò a cui rinunciano per vivere la loro arte e su ciò che ricevono in cambio.

Le Monde :È un regista che gira meravigliosamente i movimenti.

Kristen: Orchestra le scene con minuzia, ma non mi sono mai sentita costretta. Avevo l'impressione di danzare con l'operatore, che mi riprendeva ogni volta che mi allontanavo da ciò che si aspettava. Le riprese sono state libere, fluide e serene. Questo è ciò che ha reso le scene anche più drammatiche da vivere fino in fondo.

Le Monde : Una parola sulla sua collaborazione con Juliette?

Kristen: Siamo così diverse. Lei ripete molto. Io imparo le mie battute venti minuti prima di ogni scena. Noi, lei ed io, abbiamo un background simile ma il nostro modo di raggiungere lo scopo è diverso.

Le Monde : È circondata da una folla di assistenti. Si è ispirata a loro per il suo ruolo?

Kristen: L'ho fatto molto. Èuna dinamica molto interessante. Dal momento in cui il mio personaggio capisce che sta solo rispondendo alle richieste ma che può dare molto più di sè, lo fa. Ho visto anche relazioni professionali disgregarsi così. E' triste perché è un duro lavoro, che ti assorbe giorno e notte. Amo fare film che parlano di fare film.

Le Monde : In Maps to the Stars di David Cronenberg, in competizione a Cannes, Robert Pattinson fa la parte di un assistente di una star del cinema. Lo ha visto?

Kristen: Non ancora! Lo farò.

Le Monde : Cinque anni dopo 'Adventureland' si ritrova con Jesse Eisenberg in American Ultra di Nima Nouruzadeh...

Kristen: Jesse ed io abbiamo un buon rapporto, non abbiamo paura di mostrare il nostro nervosismo. Questa è una commedia d'azione molto commerciale, ma la prendiamo entrambi sul serio. La penso come il mio personaggio di Sils Maria : se è ben fatto anche un film commerciale può toccare le corde del cuore. Anche se non è sempre il caso nei film più pretenziosi.

Le Monde - Traduzione



Edited by brianne - 25/5/2014, 11:03
 
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Europe 1 Intervista Robert Pattinson al Festival di Cannes

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L'attore persegue l suo cambiamento tenendosi lontano dai blockbusters. Presente a Cannes con ben due film.

Ritratto: Robert Pattinson è irriconoscibile nei suoi nuovi ruoli. Conosciuto per il suo ruolo nella saga di Twilight è presente a Cannes con due film.
Per iniziare, Maps to the Star, l’ultimo di David Cronenberg, insieme a Julianne Moore. Robert Pattinson incarna un autista di limousine, il cui sogno è diventare sceneggiatore.
L’attore è anche in lizza per The Rover di David Michod, nel quale interpreta un criminale braccato.

Nuova direzione: La carriera di Robert Pattinson prende una nuova direzione dopo due anni. L’attore incarnava a quel tempo un giovane miliardario in Cosmopolis, di David Cronenberg. Una collaborazione che lo rivela ai registi di film d’autore.

“Sono aperto a tutto.Non credo di essere veramente cambiato, ho solo più possibilità.” Confida l’attore ai microfoni di Europe 1. “E’ incredibile quello che mi arriva, completamente folle”, dice l’attore, che tuttavia non chiude la porta alle grosse produzioni, e specialmente ad un seguito della saga di Twilight: “Sono aperto a tutto, Ma sono troppo vecchio ora. Detto questo, se lo realizzasse Tarantino, sarei obbligato ad accettare!”

Jacques Audiard: “Non scelgo più i miei film in funzione del denaro o della fama, e questo mi rende felicissimo”, prosegue Robert Pattinson, che sogna di collaborare con Jacques Audiard.
Un cambiamento di rotta che non impedisce alle adolescenti di continuare a venerarlo. Domenica, alcune lo hanno aspettato per ore davanti all’albergo dove concedeva interviste.

Traduzione by Nella - Source

 
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CAT_IMG Posted on 25/5/2014, 20:31

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Kristen, Chloe Moretz, Olivier Assays su AP.Org: "È fastidioso che i Social Media diventino parte della carriera"

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Kristen, che cosa ti ha motivato ad assumere questo ruolo?

Kristen: "Penso che sia stata la paura che mi ha spinto, qui stavo lavorando con Juliette. E con Olivier naturalmente. E’ un ambiente così diverso per un'attrice statunitense. E' un film dal sapore molto europeo. Si pensa molto, non ti impacchetta le proprie idee per poi consegnarle a voi . Penso che ti prenda nel suo giro ed è davvero complesso e ciò che mi ha fatto paura è stato colpire perfettamente e colpisce questo equilibrio e questa era l'occasione per portare il punto a casa. Interpreto l’assistente di un'attrice, commento tipo il potenziale dei media che possono essere comunemente incredibilmente superficiali. Non è 'Sì, sono bello in questo momento”, ma fondamentalmente dicendo questo è così stupido e non in una intervista, non a voi adesso, ma in un film che significa davvero qualcosa, che è una cosa molto diversa. Così è stato veramente soddisfacente poter dire alcune di quelle battute a lei [Binoche?] non spaventoso, davvero soddisfacente. "

Olivier, perché ha pensato a Kristen per la parte:

Olivier: "In realtà l'ho incontrata, attraverso il mio produttore Charles Gillibert, che ha prodotto 'On the Road', e così ho conosciuto Kristen attraverso di lui in maniera del tutto, voglio dire, non stavo pensando a questo film, non l’avevo scritto, è così, Ma mi piaceva molto. E o pensato che era una cosa per lei, che era straordinariamente potente e ho pensato che i film [che aveva fatto] non avevano usato la metà del suo potenziale. Così ho pensato che avevo davanti qualcuno che aveva fatto grandi cose, ma che aveva cose ancora più grandi da fare.

Kristen, come è stato girare sulle Alpi:

Kristen: "In realtà devo dire che quando eravamo a St. Moritz a Sils Maria, perché è lì che abbiamo girato, ho iniziato ad avere un po'di cabin fever [espressione gergale per indicare la claustrofobia n.d.r.]. Mi sentivo come Jack Nicholson in 'Shining' per un minuto lì. Era come se stessimo tutti vivendo in questo vecchio albergo soffocante ed era proprio come …e siamo rimasti così ossessionati nel fare questo film e ogni secondo delle nostre vite era dedicata a concentrarci su questo film, questo ambiente diventa ossessivo isolato ma è incredibile, questo è quello che dovrebbe essere. Ci sono in pieno. Mi piace veramente avere questi periodi intensi come questi tre mesi e pensare a nient'altro che a questo film, ma sicuramente ho avuto un po '... voglio dire a un certo punto ero come 'OK, abbiamo bisogno tutti di rilassarci un po'. "

Chloe, come pensi che Internet abbia cambiato le cose per gli attori:

Kristen: "Penso che è strano perché, almeno per me, cioè strano per me che ogni volta che vado a una riunione mi si chiede “sei sui social media”? E se si, quanti followers hai?' e lo trovo davvero strano perché invece di chiedermi cose tipo 'oh che film vuoi fare? A cosa vuoi avvicinarti?' loro ti chiedono qual è la tua posizione sui social, lo trovo davvero fastidioso. E' diventato, per un giovane attore come tutta una parte della tua carriera, se non porti su Instagram i tuoi film, se non twitti i tuoi film e cose del genere, loro [i film] non avranno successo. "


Source / Traduzione via Simo68



Edited by Alexandra Borgia - 26/5/2014, 15:11
 
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Kristen Stewart Intervistata da Wall Street Journal durante il Festival di Cannes

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Cannes, Francia.
Nella scena d'inizio di “Clouds of Sils Maria”, presentato alla 67°edizione del Festival di Cannes lo scorso venerdì, il personaggio di Kristen Stewart, Val, è chiaramente stressata. Mentre il treno percorre le Alpi Svizzere, Val traffica con i mille telefoni, maledicendo la pessima ricezione, cercando di avere a che fare con una marea di gossip non desiderato, tormentando i registi e gestendo notizie drammatiche che cambierebbero drasticamente la sua agenda.

Nel film, la Stewart interpreta il ruolo dell'assistente personale occhialuta e molto semplice, della glamour Maria Enders, una famosa attrice quarantenne, brillantemente interpretata da Juliette Binoche.
E' compito di Val far coincidere ogni minimo dettaglio, dall'assicurarsi che Maria sia puntuale alla prova d'abiti di Chanel, a leggere insieme a lei infiniti copioni. Molto apprezzata per la sua delicata performance dai critici di Cannes, Kristen Stewart afferma di essere stata felice di aver avuto l'opportunità di esplorare l'altra parte della fama, con l'ambivalenza e il fascino della cultura dell'essere famosi che la parte richiedeva.

“Il motivo per il quale questo film è stato creato, non era per fare una dichiarazione su quanto superficiale i media possano essere, ma è stato molto divertente per me avere l'opportunità di poterlo dire. Chiaramente ho avuto molta esperienza con i media, per cui il tutto è stato più divertente”.

“Attualmente non ho un'assistente personale. Ma ne ho avuta una in passato ed ovviamente riesco a capire la dinamica del rapporto tra Val e Maria. La differenza sta nel fatto che io non ho mai avuto un rapporto di dipendenza.”

Proseguendo su ciò di cui la Stewart ha fatto esperienza nella “vita reale”, dice che ci sono stati momenti durante le riprese in cui l'attrice ha dato lezioni alla sua coprotagonista, Juliette Binoche, per rendere la sua performance più veritiera.

“C'è una scena in cui dobbiamo scendere dalla macchina per percorrere il RC, e Juliette ha aperto la portiera e stava per uscire. E io le ho detto “Che stai facendo? Una vera star non farebbe mai una cosa simile”.

Ad un certo punto durante il film, il personaggio della Stewart, Val, difende con molto pathos la giovane e problematica attrice Jo Ann Ellis (Chloe Grace Moretz), che è la coprotagonista di Maria nel suo prossimo ruolo a teatro. Contrariamente all'immagine da ragazza poco di buono e spericolata che domina i tabloid e YouTube, Val racconta a Maria che non dovrebbe giudicare così duramente l'attrice fresca di riabilitazione.

“Non vuole essere ingoiata dalla macchina che è Hollywood” dice Val.

Com'è riuscita Kristen ad evitare alcune delle trappole tipiche del mondo delle celebrità?

“Quando decido di interpretare un ruolo, mi piace davvero pensare e non mi importa ciò che le persone penseranno in seguito alla visione del film. Voglio davvero l'esperienza. Penso che molti attori -non quelli molto bravi- puntino soltanto a fare film che vendano”.

“I film americani sono impacchettati e spediti. Pensano per te. Un po' come le storielle nei giornali di gossip, riescono ad essere vendute facilmente. Ma detto questo, amo i grandi film americani, sono le mie fondamenta, ciò su cui sono cresciuta e voglio farne ancora”.

Olivier Assayas: “Kristen è così in gamba ed ha una forte presenza. Ho scritto una parte in questo film nella speranza che lei la trovasse remotamente interessante. Ad essere sinceri, non avrei mai pensato che lei accettasse. Ho pensato che forse il soggetto fosse troppo delicato, ma a lei l'idea è piaciuta molto”.

La Stewart afferma di essere stata molto emozionata nell'accettare il ruolo nel film di Assayas, sopratutto dopo un lungo periodo di assenza dal lavoro.

“Non ho fatto film per molto tempo perché non mi veniva offerto nulla che mi piacesse. Non ho lavorato per due anni”. “Voglio iniziare a dirigere un film. Ovviamente ancora è troppo presto, ma per il momento mi dedicherò a cortometraggi. Si impara commettendo errori, ma questo è ciò su cui voglio focalizzarmi in futuro”.

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Edited by Alexandra Borgia - 28/5/2014, 20:35
 
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Robert su 'The Hollywood Reporter': On Twilight, Kristen, Los Feliz and more...

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All'apice della sua fama, la star del film “The Rover” ha venduto la sua casa da 6milioni di dollari (“troppo grande”) ed ha iniziato ad indirizzarsi verso registi di serie A, due suoi film sono stati protagonisti a Cannes: “Non ho bisogno di nulla. Non voglio nulla”.

Il 21 aprile 2012, Robert Pattinson è scivolato all’interno della Toyota Camry noleggiata e uscendo dalla sua casa a Los Angeles (Los Feliz) si è recato a Koreatown. L'attore era ansioso; stava per fare un'audizione per un ruolo che voleva disperatamente, e le audizioni non sono esattamente il suo forte.

"Odio le audizioni," dice. "Mi sembra di non farcela. Sono così nervoso, è un effetto quasi paralizzante. Sto male, e mi sento orribile dopo."

E questo suo essere nervoso non è migliorato con il passare del tempo e i passi in avanti nel mondo del cinema indipendente. Guardando al passato Bel Ami e Little Ashes hanno rappresentato per lui più un fischio che il botto, e i riscontri ottenuti con Cosmopolis si sarebbero potuti polverizzare immediatamente. Tutti considerati dei semplici petardi rispetto alla supernova di Twilight , che ha guadagnato 3,3 miliardi dollari al box office e ha portato a Pattinson 20 milioni di euro solo per l’ultima parte.

Voleva questa parte, necessaria, anche, per dimostrare che non era più solo un oscuro, meditabondo, iridescente, un po' privo di senso dell'umorismo, centenario vampiro di nome Edward Cullen. Così arrivò a destinazione giovane, bello, famoso e dannatamente preoccupato.

"È stato terribile" dice. "Mi capita raramente, ma quella parte la volevo davvero."

Non avrebbe dovuto sottolinearlo (anche se forse lo ha aiutato).

"Ne è venuto fuori a pieni voti " afferma David Michôd, il regista australiano che ha diretto Animal Kingdom nel 2010, che ha guidato l’attore durante il provino in una maratona di tre ore che comprendeva lunghe conversazioni, letture di scena e improvvisazione, il tutto per vedere se lui potesse svolgere il ruolo di un membro della gang lento di comprendonio, che si mette in un viaggio con Guy Pearce in un paesaggio distopico dell'Australia in cerca dell'auto rubata di quest'ultimo. " Si è avvicinato più di ogni altro attore,mentre camminava per la stanza, ad una bella versione egregiamente realizzata del personaggio che non si discostava molto dalla mia. Era esilarante perché mi è sembrato improvvisamente di poter vedere il film."

Adesso Pattinson spera che il pubblico possa essere eccitato in vista dell’uscita di The Rover il 20 Giugno, un mese dopo il suo debutto al Festival di Cannes.

"Unendo un ibrido quasi apocalittico all'influenza esercitata da un lavoro con un carattere proprio pungente, The Rover suggerisce una visione dell’Australia come quella di Cormac McCarthy (scrittore,drammaturgo e sceneggiatore statunitense) a metà strada tra oggi e i tempi di Road Warrior " ha scritto il critico Todd McCarthy.

The Rover è uno dei progetti principali sul quale Pattinson conta per spingere la sua carriera alla fase successiva, insieme a Maps to the Stars, la satira hollywoodiana, di David Cronenberg, che sarà rilasciato in autunno. Entrambi sono film d'autore, differenti da qualsiasi cosa possa condurre a Twilight, come può essere, ed entrambi sono molto importanti anche per la determinazione di Pattinson come un adulto.
L'attore ha entusiasmato una generazione di ragazzi (e le loro madri) con il franchising sui vampiri, ed è diventato incredibilmente famoso ma ora, a 28 anni, si chiede, cosa gli riservi il futuro? Quale potrà essere il secondo atto della sua carriera?

Questa è una domanda che si pongono molti dei contemporanei di Pattinson, dagli attori Harry Potter, Daniel Radcliffe e Emma Watson a quello di Transformers, Shia LaBeouf, i quali hanno lottato arduamente per liberarsi dalle carriere che li volevano legati al franchising, ma tanti altri attori stanno seguendo le loro orme.

Radcliffe ha avuto un modesto successo nel cinema e allora è passato a Broadway con produzioni molto acclamate come The Cripple di Inishmaan; la Watson resta una stella polare nel mondo della moda ma aveva poco a che fare con Noah, ha dei progetti futuri come Guillermo del Toro nella Bella e la Bestia; e LaBeouf, in seguito ad alcune avventure pubbliche al riguardo di plagi, si è rivelato in Lars von Trier's Nymphomaniac.
Chiaramente Pattinson ha scelto la sua strada: intende lavorare con i migliori registi che riesce a trovare, da Cronenberg a Werner Herzog (che lo ha scelto come T.E. Lawrence in Queen of the Desert, quest'anno) fino ad arrivare a James Gray (per il quale reciterà accanto a Benedict Cumberbatch in The Lost City di Z).

E non è contrario al fatto di contattare i registi che ammira di punto in bianco, come ha fatto,appunto, con Harmony Korine di Spring Breakers.

"Siamo andati a cena. Lui era grandioso. Ma gli ci è voluto molto tempo prima di acquisire la consapevolezza e dunque rendersi conto del fatto che potevo farlo " dice Pattinson riguardo al discorso delle chiamate ai registi. Korine ora sta scrivendo una sceneggiatura per lui, avvolta nel mistero. "Non vuole nemmeno dirmi di cosa si tratta" sogghigna Pattinson.

Seduto durante il pranzo il 14 maggio alla West Hollywood Soho House, dove è arrivato con la sua BMW classe 1989 ,malconcia, nera, decappottabile, sembra estremamente turbato dalle sfide future. Vestito con pantaloni neri e una T-shirt bianca, è luminoso e desideroso di piacere ma non allo stesso modo del personaggio tormentato che lo ha reso famoso.

"Qualche tempo fa rilasciando delle interviste mi sono reso conto che in molti casi sembravo affetto da sindrome maniaco-depressiva, come se stessi per uccidermi da un momento all’altro" dice. "E riguardo a questo,sono del tipo, 'Non è così!' "

Niente è troppo problematico per lui, non il caldo soffocante, che subiamo nel posto dove ci sediamo, né i lontani conoscenti che continuano a interromperci per dire semplicemente ciao, né le mie infinite domande su Twilight, la saga dei cinque film, dai quali a volte si sente sopraffatto.

"Tutto è cambiato quando hanno fatto prevalere l’aspetto economico,e dunque la commercializzazione, il pubblico allora si è approcciato al film maniera differente,questo quando hanno iniziato a spingere sull’aspetto 'team'" dice di un'esperienza altrimenti positiva. "E allora è partito il ‘ Sono Team Edward o Team Jacob '.Il che ha reso tutto più intenso, e improvvisamente c’è stata una reazione. Considerando che con il primo [film], non c’è stata una reazione su larga scala. "

Non vuole parlare della sua vita privata. Gli chiedo solo se è ancora in contatto con Kristen Stewart "Oh, sì!" dice allegramente.

È del tutto indifferente al denaro (è tutto un po'più facile quando si dispone di una grande quantità di quest’ultimo) e ha poche cose materiali oltre alla sua collezione di circa 17 chitarre.

"Compro belle chitarre, questa è la mia unica spesa" dice, adocchiando all'esterno 'una chitarra acustica Gibson J100 del 1943 o qualcosa del genere.'

Recentemente ha venduto una villa del 1922 a Los Feliz che aveva comprato per 6,27 milioni dollari circa tre anni fa, perché si sentiva inghiottito dalla sua vastità.

"Era decisamente troppo grande per poterla considerare una casa." spiega. "Era incredibile, come Versailles. Era assolutamente, completamente pazzesca. Aveva questo incredibile giardino, ma a me bastava una stanza, comunque. Potrei fondamentalmente vivere in una cella purché dotata di una finestra."

Da allora, ha preso in affitto un posto all'interno di una comunità gated in Coldwater Canyon. L’arredamento è decisamente scarno: Si è infatti trasferito con soli tre materassi gonfiabili e "questo tipo di sedia di merda che è stata lasciato dai precedenti inquilini [a Los Feliz]" dice, ridendo. "Sposto i materassi in stanze diverse a seconda delle occasioni. È stato molto strano per un po'."

Nel momento in cui si è trasferito, è stato in grado di catalogare i beni in suo possesso, tra questi i vestiti che a quanto pare scarseggiano

"Non capisco davvero come io faccia a non avere vestiti", geme. "Ho praticamente rubato ogni capo di abbigliamento che mi hanno dato nel corso degli anni per le premiere, ma nel mio armadio ci sono letteralmente tre cose."

Non riesce più nemmeno a trovare la sua amata collezione di DVD. Un appassionato di cinema, che predilige film come Qualcuno volò sul nido del cuculo, Breathless e il recente Smashed. Eppure, con la tipica autoironia, schiva ogni accenno a lui come un intenditore.

"Ero così preso dalla storia del cinema quando ero un adolescente, pensavo che avrebbe impressionato la gente." confessa." Poi si invecchia, e ti rendi conto che a nessuno frega veramente."

Cronenberg prende atto del fatto che l’attore abbia buon senso

"È incredibilmente ben informato circa il cinema, quasi accademico" dice. "Ricordo di essermi imbattuto in lui sul set di Cosmopolis mentre stava parlando con Juliette Binoche del cinema francese, e mi ha sorpreso. Ma, come ho avuto modo di constatare,conoscendolo meglio, ha una sensibilità molto europea. È molto intelligente, potrebbe essere sorprendente dati i personaggi che sta interpretando".

Nell'era pre-Twilight, Pattinson a malapena racimolava da vivere.

Condivideva un appartamento a Londra con l'attore Tom Sturridge e si stava ancora leccando le ferite dopo essere stato licenziato da una produzione di Roland Schimmelpfennig The Woman Before at the Royal Court Theatre. ("Non so perché sono stato licenziato. Probabilmente ho detto qualcosa, ma ero così furioso, non stavo nemmeno ascoltando," dice.)

In qualità di adolescente, e attorniato da ragazze sveglie che gli volteggiavano intorno, si iscrisse ad una scuola di recitazione la “Barnes Theatre Company” vicino alla casa dei suoi genitori fuori Londra. Suo padre era spesso impegnato con la sua attività, una concessionaria di auto d’epoca, lasciando Pattinson con la madre e due sorelle più grandi. Mentre seguiva questa scuola ha ottenuto un lavoro occasionale come modello (sua madre era segretaria di un agenzia di moda), poi ha avuto un piccolo ruolo ben considerato nel 2005 in Harry Potter e il Calice di Fuoco. Non era però ancora del tutto convinto di voler recitare, e per un po’ ha anche pensato alla carriera politica. Ma ha 21 anni è arrivato a Los Angeles dormendo sul divano del suo agente, Stephanie Ritz perché doveva fare un provino per la rom-com Post Grad.

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"Ero così preso dalla sceneggiatura che ho subito pensato di sapere esattamente cosa stavo facendo" dice. " Ma poi sono andato dentro e non è andata bene per niente. Ricordo di aver chiamato i miei genitori e di aver detto loro ‘Ho chiuso. Non riesco a gestire questa cosa troppo viscerale. So di aver fatto un pasticcio. È colpa mia’.

Mentre una volta a Los Angeles, in seguito ad un ripensamento, fece il provino per Twilight , tratto dal romanzo young-adult di Stephenie Meyer, che racconta le vicissitudini di una ragazza adolescente che si trasferisce in una piccola città di Washington e si innamora di un vampiro, il rampollo immortale del clan Cullen. Aveva fatto un provino quando era a casa a Londra "con Tom [Sturridge] nel ruolo di Bella." Dopo di che, la regista Catherine Hardwicke lo ha chiamato alle 2:30 del mattino, ed ebbero "questa conversazione ridicola, non avevo letto i libri o lo script o nulla e avevo appena detto cose senza senso al telefono."

Poi si è recato a casa della Hardwicke a Venice, in California, dove ha incontrato la Stewart, già nel cast nel ruolo di protagonista, per la prima volta. "Stavano facendo i provini con quattro persone" ricorda. "In una delle scene, dovevo levarmi la maglietta, e penso di essere stato l'unico ragazzo a non averlo fatto."

La Lionsgate (allora era la Summit) non ha voluto investire subito su di lui , e alcuni produttori si domandarono se non fosse troppo vecchio per il ruolo dell’eterno liceale (aveva 21 anni allora), ma il suo agente ha continuato ad insistere. "Stephanie era tipo 'Devi incontrare i produttori e devi raderti 20 volte almeno prima di andarci!" dice.

La grande rasatura ha funzionato, e Pattinson ha ottenuto la parte: "Era praticamente l’ultima chance che mi concedevo quella per Twilight"

I cinque film del franchise hanno cambiato la sua vita, con sua grande sorpresa. Aveva infatti pensato che il film sarebbe stato come il precedente della Hardwicke, Thirteen ,ma con i vampiri. “Io davvero non avevo idea che sarebbe stato questo grande successo". Del ruolo di Edward dice che era inaspettatamente impegnativo:

"È stato un personaggio con molte costrizioni, pur rendendolo il più drammatico possibile, eri alla prese con un personaggio che non perdeva mai la calma, e quindi eri tutto il tempo del tipo 'Come faccio questo'? Credo sia stato uno dei lavori più difficili che io abbia mai fatto. "

Pattinson ha trascorso i quattro anni successivi dedicandoli a Twilight, si era fermato anche da un punto di vista lavorativo. Non ha avuto una vacanza per anni, in parte perché la fama gli rende difficile viaggiare.

"Non credo di essere stato in un luogo diverso se non per lavoro" dice. "Ho paura di rimanere tagliato fuori."

I 12 milioni di dollari di TheRover, rilasciati da A24, lo hanno portato in Australia, dove ha affrontato le riprese estenuanti spostandosi attraverso cinque differenti posti, compresa la città di Marree (con una popolazione composta da 90 persone).

"Il film è stato girato assolutamente in mezzo al nulla" dice. "C'è una strada che va da est a ovest dell'Australia, attraverso l'Outback, noi siamo arrivati al punto in cui si trasformava in una pista sterrata. E alla fine della pista, c’era una città con 90 persone."

Ha girato lì per 41 giorni, vivendo in quello che sembrava 'un container con le finestre', nel bel mezzo di un'ondata di caldo con temperature che superavano i 100 gradi e con intorno un trilione di mosche. "Non appena iniziava ad albeggiare, le mosche cercavano di entrarti negli occhi, e lo facevano per tutto il giorno."

Nonostante le asperità,"C'era qualcosa di veramente grande, come l’essere in grado di guardare per miglia all'orizzonte", dice Pattinson. "C'è qualcosa di veramente tranquillizzante in tutto ciò."

Un amico gli ha dato un nastro audio sulla meditazione mentre stava lavorando su Maps a Toronto, e lui ci si è inceppato. " Sono una persona estremamente semplice, nella maggior parte dei casi ", aggiunge, fatta eccezione per i paparazzi, che ancora lo seguono. Ricorda di essere stato seguito per ore mentre cercava di evitare di condurli fino a casa sua.

"Otto macchine mi seguivano. E questo è andato avanti per circa dieci ore. Non sapevo letteralmente come comportarmi. In che modo affrontare una situazione simile. È passato tanto tempo,ma questa ormai è la mia vita, non riesco nemmeno più a ricordarmi com’era prima la mia vita. "

Ora dice la sua vita è definita più dallo stare da solo o dall'uscire con alcuni amici, che dalle dalle trappole della celebrità.

Lui è «una persona relativamente solitaria", anche se per un solitario lui è sorprendentemente affabile e altrettanto leale. Lui conserva molti amici con cui è cresciuto, lo stesso manager (di 3 Arts Entertainment, Nick Frenkel) e l'agente (Ritz). "Lei ha ancora un mia borsa a casa sua", scherza, "probabilmente riempita con la mia biancheria sporca."

Due giorni prima del nostro incontro, ha festeggiato il suo compleanno,il 13 maggio, con circa 20 amici allo Chateau Marmont, con un dopo cena "che si è giusto un po' prolungato." Lui dice che sta ancora recuperando. "Sono a Los Angeles da cinque anni, quindi conosco un sacco di persone qui ora. È stato bello. "

Ha ancora alcuni contatti con i suoi compagni di Twilight, e occasionalmente gioca a poker con Kellan Lutz, che lo batte sempre, dice con un certo disappunto.

"È ridicolo!" dice. "Fondamentalmente basta chiedere 'Vuoi $ 500 da spendere con noi?' 'Oh, fantastico!' "

Avventure a parte, ammette di essere un po' ascetico e dice che il suo più grande piacere recentemente è stato galleggiare con una sedia gonfiabile in una piscina con una bottiglia di rosé. "Mi sentivo bene letteralmente. 'Questo è il paradiso assoluto. Questo è tutto ciò di cui ho bisogno nella vita,'" dice.

È quasi spaventosamente normale ,un anti-star, un attore che ha inciampato nella celebrità suo malgrado, che non vuole o non ha bisogno della villa superflua abbandonata a Los Feliz.

"Avrebbe potuto afferrare l’onda del successo e continuare a fare film studio con grandi budget" sostiene Cronenberg. "Ma il suo desiderio non è quello di essere considerato una grande star di Hollywood."

Il suo desiderio è chiaro. Migliorare se stesso è una parte di questo desiderio: "Io non so se ho davvero fatto grandi passi come attore,devo ancora dimostrare determinate cose" dichiara. Ma oltre a questo, è la più rara delle creature, un giovane uomo che sembra ricco di contenuti.

"Ho desideri estremamente semplici. Non ho bisogno di nulla. Io non voglio niente."

Traduzione - The Hollywood Reporter



Edited by Alexandra Borgia - 29/5/2014, 11:48
 
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CAT_IMG Posted on 29/5/2014, 09:48

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Robert Pattinson su "Les Inrockuptibles": Intervista Tradotta

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Sai qualcosa a proposito di Leos Carax? " domando a Robert Pattinson ingenuamente. (Camicia bianca e vecchia t-shirt sdrucita color cachi) quando parliamo di Juliette Binoche e di "Les amants du Pont Neuf", uno del suoi libri preferiti. Gli spieghiamo che Monsieur Merde non è un frequentatore dei party a Cannes, ma che è possibile imbattersi in lui ogni mattina, mentre mangia un cornetto e beve un caffè al 10° distretto.

"Wow, stai scherzando?".

Rob sembra pronto, appena lo lasceremo andare, ad affrettarsi come un treno ad alta velocità, per potersi dirigere alla Gare de Lyon (la più conosciuta stazione ferroviaria di Parigi). Un film con Carax e Pattinson? Perché no? Nulla sembra essere vietato all'attore britannico, che è diventato una star grazie alla Saga di Twilight, e che è stato assediato dai paparazzi. Oggi Robert è corteggiato dai registi più prestigiosi al mondo.

Potete constatarlo da soli: Lawrence d'Arabia per Werner Herzog (già girato), un esploratore con James Gray (da girare l'anno prossimo), un gangster di Chicago negli anni '70 con Olivier Assayas e un ruolo ancora da definire nel prossimo progetto di Harmony Korine ... E, naturalmente, quest’anno due film al Festival di Cannes: in competizione ufficiale con David Cronenberg (ma questa volta è lui a guidare la limousine) e un Midnight screening per lo splendido The Rover dell’australiano David Michôd.

"Onestamente era veramente quello che mi aspettavo. Ho lavorato come un matto per 5 anni e ho cercato di stabilire dei rapporti con i registi che ammiro "...

E lo svolgimento del piano di battaglia sembra davvero ineccepibile.

"Robert è un attore estremamente duttile, molto intelligente, bello e facile da dirigere" dichiara Cronenberg.

Quanto a David Michôd, lo ha impressionato la sua abilità nel mostrare iniziative: "Arrivò al provini con un'idea precisa su chi il suo personaggio avrebbe dovuto essere. È stato sorprendente". Per non parlare poi della sua simpatia e delle sue sessioni di canto, di sera, nel bel mezzo del deserto, intorno al fuoco. Lui stranamente diventa timido quando gli chiediamo che tipo di musica gli piaccia suonare.

Per la fine dell’intervista ha già bevuto un’intera bottiglia d’acqua(sembra che abbia bevuto tanto la scorsa notte) e si allontana verso una nuova destinazione (Café des Arts, 80 via Belleville, Parigi 10 ° distretto). Ma tutti zitti, noi non vi abbiamo detto nulla.

*Leos Carax , è un regista, attore, critico cinematografico e scrittore francese. Monsieur Merde è un personaggio di uno dei suoi film. *

Traduzione

 
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CAT_IMG Posted on 29/5/2014, 10:59

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Robert Intervistato su 'Hello magazine': Spazi Aperti, Blockbuster, Solitudine and more...

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Hello Mag: Ti piace la pressione di Cannes?

Robert: Sicuramente. E' un'energia diversa e non come una premiere normale, dove ci sono solo amici dello studio o qualcosa del genere. C'è una possibilità molto reale di persone stanno lì e possono esprimere il loro dissenso se l’opera gli è piaciuto o meno. È eccitante. Penso che le persone sono più interessate e la gente parla di cinema dopo - non stanno solo andando a uno screening in modo che possano andare alla festa dopo, in realtà vogliono vedere.

Hello Mag: In The Rover, il tuo personaggio Rey impara a sparare. Sei a tuo agio con le pistole?

Robert: Non proprio, non sono un gran fan delle armi. Penso sia strano che le persone abbiano delle pistole, è stupido. [Ride] Voglio dire, penso che la gente dovrebbe solo sbarazzarsene.

Hello Mag: Come ti senti riguardo alla violenza nei film?

Robert: Non ho mai apprezzato film che si crogiolavano nella violenza. Penso sia disgustoso. Non lo so - non voglio vedere qualcuno essere torturato.

Hello Mag: È protagonista insieme a Guy Pearce. E' stato divertente? Lui ti ha intimidito?

Robert: No - ma lui è davvero forte, infatti essere malmenato in realtà fa male un bel po'. (Ride) E succedeva tutto il tempo.

Hello Mag: Lui Pearce) è riconosciuto come un bravo attore. È importante per te quando si lavora?

Robert: Sì, il 100 per cento. Ho sentito alcuni attori dire che non leggono le recensioni o non si preoccupano di questo che gli basta pensare a quello hce stanno facendo. Ognuno si preoccupa se la gente pensa che sia buono.

Hello Mag: Ti è piaciuto girare in giro in Australia?

Robert: Mi è piaciuto molto. È così strano e non c'è nulla per chilometri ed è tranquillo.

Hello Mag: Ti piace la solitudine e spazi aperti?

Robert: Sì, mi piacciono gli spazi aperti. E anche il cielo incredibilmente stellato.

Hello Mag: Riesci a stare da solo quanto vorresti in questi giorni?

Robert: Già. Beh, sì, ma non così, dove si è veramente soli.

Hello Mag: Hai finito con blockbuster come la saga di Twilight?

Robert: Si tratta di aspettare il regista giusto. Non ho chiuso... non è detto che non voglio farlo, ma un blockbuster prendere un sacco di tempo per essere girato perciò penso che si debba volerlo, davvero, davvero, farlo. C'è un sacco di pressione e non si ottengono molte parti interessanti in grandi film, soprattutto per i giovani ragazzi. E' sempre la stessa cosa ogni volta.

Hello Mag: Ci sono un sacco di adattamenti di fumetti al momento. C'è un personaggio vuoi interpretare?

Robert: Non ero davvero appassionato ai fumetti quando ero un bambino, quindi non ho davvero tale connessione. Dovresti fare anche a sacco di palestra. È solo una grande seccatura. [Ride]

Hello Mag: Puoi dirci qualcosa sul tuo nuovo progetto con Olivier Assayas?

Robert: È una storia vera di un gruppo di ladri che derubano un negozio a Chicago senza rendersi conto che si tratta di una facciata per la mafia. È una storia abbastanza semplice, ma è così densamente scritta e segue la vera storia incredibilmente bene. È incredibilmente realistico con assemblaggio di cose reali. È davvero cool; davvero, davvero cool.

Hello Mag: Farà in modo di portarti di nuovo a Cannes?

Robert: Speriamo. Sembra un po’ un film di Cannes, ma è davvero brutale. Ma ci si sente come in un film di gangster totalmente non-cliché, il che è totalmente difficile da realizzare.

Hello Mag: Hai cantato in Twilight e inoltre componi musica. Vorresti rilasciare un disco un giorno?

Robert: Voglio farne uno, solo che non so rilasciarne uno. Non lo so, non mi relaziono con le critiche molto bene e ne ho già ricevute alcune da una parte. Non sento di averne altre da qualche altra parte.

Traduzione by Nella Source

 
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