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| RIP Sean POV JACK
“Chiudo casa e ti seguo.” Queste sono le parole che sento da Cassie mentre mi riaccompagna a casa. Alla fine del match, mi è passata a prendere con la macchina e mentre mi porta a casa mi dice che ha deciso di seguirmi nel tour che la federazione ha programmato. Dovrei essere felice, lo so, la mia donna accetta di seguirmi, ma il fatto che abbia pensato anche solo per un secondo che era preferibile trovare un lavoro quando sa che non ce n’è bisogno e in questo frangente poi, mi lascia l’amaro in bocca. Le avrò ripetuto cento volte che anche se lei avesse un lavoro tutto suo io continuerei ancora per un po’ a fare questo mestiere, ce l’ho nel sangue da generazioni, mio padre, mio zio, e tanti altri miei parenti prima di me hanno percorso questa strada, non posso e non voglio mollare ora, voglio andarmene solo quando avrò trasformato la federazione in un posto migliore rispetto a quello che ho trovato io quando sono arrivato qui e se questo vorrà dire che dovrò metterci degli anni sono pronto a farlo. Basta mandare lottatori al massacro, basta faide, basta giochi decisi a tavolino, sarebbe bello che questo venisse riconosciuto come uno sport a tutti gli effetti e non come un immenso circo. Ma non posso farcela da solo, a parte Mark ancora non ho il pieno rispetto da parte degli altri del circuito, del resto non me la sento neanche di dar loro torto, ho perso il conto di quante volte ho menato chi, che mi stupisco ancora del fatto che qualcuno mi saluti, lei al momento è la mia unica parte buona, la mia ancora di salvezza… “Jack… Tutto okay? Non parli…” mi chiede lei. “Che dovrei dirti Cassie? Io ci provo a capirti ti giuro, ma ci posso essere rimasto di merda prima? Ed anche ora questa tua risposta non è che mi riempia di gioia. Cassie mettitelo in testa io lotterei anche se tu avessi un lavoro perché voglio migliorare questa federazione, non ti devi sentire in colpa se vengo menato per portare a casa i soldi, l’ho scelto io, l’ho voluto io, e mi sta bene per ora. Ma non ce la faccio a fare tutto questo se non ho il tuo appoggio, se tu ti senti in colpa per cose che non esistono, Cassie non mi puoi dire che hai fanculizzato la normalità e poi dirmi che se vado da solo tu sei più libera di trovare lavoro, perché per me scusa se te le dico è una contraddizione bella e buona. Io non so che ti prende Cassie, per favore fai chiarezza e prendi delle decisioni perché mi stai quasi mandando fuori di testa più tu di JD.” “In che senso Jack?” le trema la voce… Mi spiace farle questo ma io davvero non la capisco, non ora… “Cassie, io lotterò ancora, comincia il tour e la lotta per le cinture, ci sarà di tutto e di più, casini, lotte, colpi duri, e qualche gita più frequente in infermeria da parte di molti lottatori, forse anche da parte mia, cosa vuoi Cassie? Da me che vuoi? Vuoi una vita normale? Vuoi che mi pianti in un ufficio? Potrei farlo se volessi e lo sai, ma non voglio, vuoi che nessuno mi ferisca? Non è possibile lo hai visto. Cosa vuoi da me Cassie? Parla chiaro per favore, ma parla ora cazzo.” Mentre parlavo siamo arrivati a casa, scendo dalla macchina, arrabbiato e mi dirigo verso la nostra camera, non so da dove mi venga questa rabbia, io… Io so solo che ora voglio risposte chiare. Di prese per il culo ne ho già avute abbastanza. Tempo fa, prima del tradimento anche Rick se ne uscì con un gesto incoerente ma alla fine dopo l’arrabbiatura iniziale ci chiarimmo, o almeno così sembrava… Se ci penso mi dico che avremmo dovuto insistere nel metterlo alle strette e chiarire allora, forse il trio sarebbe morto allora senza tutta sta sofferenza. Eravamo sul ring, match tre contro tre, in particolare contro la famiglia di contadini invasati, io e Mark ne avevamo prese veramente tante, Mark aveva dato il cambio a me e dopo una strenua lotta si era girato verso Rick per farsi dare il cambio, lui in tutta risposta aveva voltato le spalle e se ne era andato, aveva uno sguardo triste, cupo, ci aveva guardato, si era girato e se ne era andato. Avevo provato a fermarlo ma lui aveva detto che ce la potevamo cavare benissimo da soli senza di lui ed era andato a cambiarsi. Sì una volta l’avevo fatto anche io, ma mai in un match che avevamo fortemente voluto, dopo mesi di torture piscologiche subite da parte di quei tre pazzi. Il mancato cambio di Rick aveva fatto sì che quei tre salissero tutti e tre sul ring e ci riempissero di mazzate, fino a che l’arbitro pietoso non aveva chiuso il match per squalifica. Sveglio coglione dovevi farlo prima di farci pestare in quel modo non a fine pestaggio… Eravamo scesi praticamente distrutti io e Mark, la mia schiena era a pezzi e camminavo zoppicando mentre Mark per sfogarsi prendeva a calci tutto ciò che trovava nel corridoio, mentre un giornalista ci seguiva per chiedere un commento. Io non mi ero neanche girato e gli avevo fatto segno con la mano di andarsene, Mark si era girato e l’aveva liquidato con due parole. A casa non so neanche come ci ero arrivato, ricordo solo di non aver dormito per la fretta di affrontare Rick il giorno dopo. La sua risposta era stata che aveva visto la sintonia tra me e Mark in quel match e si era sentito messo da parte, la tensione psicologica di quei giorni poi gli aveva fatto credere che noi non avevamo più bisogno di lui e si era sentito abbandonato da noi. Alla luce di tutto ciò mi chiedo se questa risposta non sia stata solo una solenne presa per il culo per poi tradirci di lì a tre mesi. Comunque lì per lì non ci avevamo pensato troppo, anzi lo avevamo rassicurato dicendo che saremmo stati per sempre fratelli anche se non di sangue e avevamo proseguito così, fino al momento del tradimento, fino a che Rick, dopo che lo avevo chiamato fratello aveva preso una sedia e me l’aveva spaccata sulla schiena. Per questo forse la risposta di Cassie mi ha fatto male, perché se a parole dice una cosa con i fatti oggi ha dimostrato altro, ed io non voglio più vivere nel dubbio e nell’incertezza. Forse non mi sbagliavo quando dopo la nostra lite di giorni prima dicevo che doveva essere lei a scegliere e non io. Io la amo, la amo da sempre e forse la amo da altre vite, e l’amerò anche se lei non vorrà più stare con me, ma lei? Lei cosa prova per me? Quando mi guarda lo vedo l’amore nei suoi occhi, vedo la luce che emanano mentre mi parla ma poi mi parla così ed io non capisco più nulla. So quanto adori lavorare, quanto la faccia sentire viva, ma in questo momento proprio non è possibile, ci sono altre priorità in gioco, e per queste è necessaria la sua presenza. Lei è la mia vita, la mia coscienza, la mia parte buona, colei a cui posso confidare tutto perché solo lei mi è rimasto, colei che riesce a curare le mie ferite senza bisogno di alcuna medicina, perché lei è la mia medicina. Non è stato bello sentirsi messo in secondo piano per un lavoro. Lavoro che neanche si trova al momento. Forse non sono stato tenero con lei in macchina, forse ci sarà tempo per le tenerezze dopo, forse quelle di ieri sono state le nostre ultime, chi può dirlo? La stanza si fa sempre più buia, ma non mi sento di accendere la luce, mi darebbe un che di artificiale, di artefatto, di emozioni che stonano con quello che sto provando. Perché lei non è ancora entrata? Che stia meditando davvero come sarebbe vivere una vita normale con un altro uomo che non sono io? Che stia pensando di chiedermi di lasciare la lotta? Che si renda conto di non poter sopportare tutto questo? Non so che pensare. Vorrei alzarmi e girare per la camera, ma stasera non voglio sentire neanche il rumore dei miei passi, se potessi tratterrei anche il fiato, ma il respiro mi serve. Dopo non so quanto tempo la porta si apre, intravedo un’ombra proiettata dalla luce del corridoio. “Jack? Posso entrare?” “Spegni la luce del corridoio per favore.” Lo so, non è né un sì né un no, ma forse voglio solo ritardare l’inevitabile. Cassie fa come le dico, non è ancora entrata, e l’unica luce che entra nella camera è il pallido riflesso della luna… “Allora, posso entrare?” “Entra.” La sento entrare e chiudere la porta, mi aspetto che si sieda sul materasso accanto a me, ed invece Cassie raggiunta la mia parte di letto, si inginocchia per terra tra le mie gambe… “Ammetto di essermi comportata in maniera alquanto incoerente, oggi. Ho detto che non mi interessava una vita normale, se non ti potevo avere accanto, poi quando mi hai chiesto di seguirti ti ho detto che se restavo qui avevo più possibilità di trovare lavoro. Ti amo Jack, ti amo da impazzire, ma so anche che una parte di me ha la tendenza masochista di farsi dei film mentali per premere il pulsante dell’autodistruzione, e per quanto tu dica che non devo una parte di me si sentirà sempre in colpa per il fatto che spende i soldi che tu guadagni combattendo. Sono infantile lo ammetto ma a volte ho la speranza che portando qualche soldo di più in casa tu possa rifiutare qualche incontro. Lo so che non è così, che non puoi, che anche se io lavorassi tu lotteresti lo stesso. E’ solo il mio lato di donna ansiosa che mi fa parlare e ragionare così. Quando ti ho detto che ci volevo pensare mi sono resa conto subito che la mia risposta ti aveva deluso e sono stata tentata di seguirti in camera, ma ho avuto paura di far degenerare la discussione in una lite furiosa che ti avrebbe deconcentrato per il match. Anche se malgrado la vittoria questo match ha lasciato l’amaro in bocca. Jack, io so cosa voglio, lo so davvero. Voglio stare con te, anche quando combatti, stasera ho realizzato che non riuscirei a vedere match come questi dalla tv, l’anno scorso ho retto, ma perché c’erano Rick e Mark e mi sentivo tranquilla, ora non lo sono, perché loro non ci sono più. C’è Mark sì e so che ci sarà sempre, ma non è la stessa cosa che combattere con lui, di questo me ne rendo conto da sola. Io ho bisogno di te e di starti accanto in questi momenti, e spero che anche tu abbia bisogno di me, per cui Jack se non è tua intenzione lasciarmi a casa per il modo stupido ed infantile in cui mi sono comportata io voglio venire con te, il lavoro può aspettare, il nostro amore no, anzi per quel che mi riguarda è già abbastanza strapazzato dai capoccia senza che mi ci metta io a sabotarlo…” Poi mi abbraccia e scoppia in singhiozzi… “Per favore Jack, fammi venire con te…” Cassie, c’era da aspettarselo che il suo cervellino funzionasse troppo, i suoi sensi di colpa… Vorrei entrare nella sua testa e toglierglieli uno per uno, perché vorrei davvero vederla serena, senza pensieri inutili. La mia piccola, vederla così rannicchiata e in lacrime mi fa capire quanto a volte sia difficile per lei reggere tutto questo, è sì una roccia ma è anche un essere umano e proprio come lei non pretende da me che faccia il supereroe io devo rendermi conto che ha i suoi momenti di crisi. Mi fa tenerezza vederla così, sembra uno scricciolino fragile ed impaurito. Il mio scricciolino fragile ed impaurito. In meno di un secondo mi piego, me la prendo in braccio e “schieno” entrambi sul lettone, la tengo stretta mentre con le lacrime Cassie butta fuori tutta la rabbia e la tensione nervosa di questi giorni. “Shh amore, certo che vieni con me, io non ti lascio qui da sola, te l’ho chiesto io di seguirmi no? E ti voglio ancora con me… Non ci sono rimasto bene per le tue uscite, ma so che non volevi ferirmi. Cassie so che ogni cosa che fai la fai per noi, ed anche io faccio lo stesso. Solo che ti prego ancora una volta non chiedermi di lasciare la federazione. Io sento che devo cambiarla e sento che posso farlo solo stando al suo interno. Non ce la farei ad andare in giro a fare conferenze e parlando di questo e quello.” “Non te lo chiederei neanche, io ho capito davvero che la lotta è tutta la tua vita, ed io non ho intenzione di chiederti di rinunciarci.” Me la tengo stretta a lungo, come qualche notte fa, consapevole che lei è il mio porto sicuro come io sono il suo, non sarà facile, i nervi sono messi a dura prova, ma ce la dobbiamo fare. Io non posso stare senza la mia anima, e so che per lei è lo stesso. Rimaniamo abbracciati per non so quanto tempo, fino a che non sento le mani di Cassie accarezzarmi, stavolta in maniera del tutto diversa da quella di qualche notte fa, tocco a cui non resto indifferente, l’amore che provo per lei unito all’attrazione che si sprigiona tra i nostri corpi fa sì che la voglia di noi ci sia sempre anche quando non possiamo sfogarla… “Cassie…” “Non dire niente Jack, ho bisogno di te in questo momento, ho bisogno di fare l’amore con te e sentirti mio, so che lo sei, ma queste frequenti discussioni in questi periodi mi fanno paura, ho bisogno di stare con te tutta la notte.” Non ce la faccio neanche a rispondere tanta è la voglia di lei, per cui la spoglio e mi spoglio velocemente, e poi ritorno nel letto con lei. Anche io ho bisogno di lei e la vorrei prendere subito, ma non è così che deve andare, anche stasera tra noi c’è bisogno di dolcezza e di amore. So che in passato nei momenti neri non sono stato molto premuroso col sesso, prendendola in fretta, ma se voglio migliorare il mio essere e renderla orgogliosa di me devo cambiare anche questo aspetto, per questo rientrato a letto mi fermo a guardarla distesa nuda sul letto. “Sei bellissima piccola mia” “Anche tu,” mi risponde lei mentre diventa tutta rossa, la adoro quando fa così, mi sdraio su di lei e comincio a baciarle le labbra mentre con le mani la accarezzo ovunque, adoro il suo corpo sembra modellarsi perfettamente al mio. Ma è quando sento le mani di Cassie accarezzare me che il respiro mi si blocca in gola, non è da lei essere così diretta ma forse ha deciso di lasciarsi alle spalle alcune delle sue paure, e se così fosse io non potrei che essere la persona più felice di questo mondo, non per il sesso in sé, ma per lei, la vorrei davvero serena e tranquilla. Un gemito mi sfugge dalla labbra a sentire le sue mani sulla mia schiena, la mia razionalità è decisamente partita per un posto caldo e lontano, qualunque cosa significhi l’atteggiamento di Cassie stasera ora non voglio stare più a pensarci ma solo godermi la nostra nottata… Quando scendo con la mano verso il basso la sento già pronta e bagnata, ed anche io sono al limite della resistenza, questi pochi preliminari uniti alla disperazione dei giorni passati e alla mia voglia di lei mi hanno decisamente abbassato ogni resistenza fisica, se non entro in lei immediatamente rischio di fare la figura del ragazzino, per cui dolcemente entro in lei e comincio a muovermi, siamo al limite tutti e due, per cui bastano poche lentissime spinte per far raggiungere l’orgasmo ad entrambi. Non era mai stato così fra di noi, stanotte è stato diverso da tutte le altre, stanotte è successo qualcosa che io al momento non riesco a spiegarmi, stanotte è stata magica.
Clicca qui e commenta Edited by Morgane Le Faye - 11/9/2014, 00:43
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